Roma

Il lavoro finisce al cimitero. La Multiservizi protesta al Verano

Ventisette addetti ai cimiteri capitolini rischiano di perdere l'impiego

Anche al cimitero si rischia il posto di lavoro. Dal 14 luglio, ventisette lavoratori della Multiservizi adibiti alla cura dei cimiteri capitolini rischiano di perdere l'impiego e per questo hanno manifestato davanti al Verano. Si tratta principalmente di dipendenti a tempo indeterminato, alcuni con contratti che prevedono il full time su dodici mesi annui, altri con contratti part time di quindici ore settimanali, su dieci mesi annui.
"Dal 14 luglio l'Ama è pronta ad affidare il servizio a una cooperativa privata che si è aggiudicata la gara con un ribasso del 53%” ha spiegato Daniele Rocchetti, portavoce dei lavoratori. “Questo si traduce in licenziamenti o, qualora anche ci fosse un reintegro, non potrebbe essere garantita la stessa continuità occupazionale. Inoltre c'è un piano di rientro, firmato in accordo con il presidente del Consiglio Matteo Renzi e con l'ex sindaco Ignazio Marino, che prevede la dismissione delle partecipate di secondo livello, tra cui la Multiservizi che è partecipata al 51% da Ama. L'accordo di dismissione impone però la salvaguardia dei livelli occupazionali ma finora non è stato preso in considerazione questo accordo". 
“Da oggi i servizi negli undici cimiteri capitolini sono fermi, quindi manifestiamo per noi ma anche per i cittadini” ha spiegato Diego, uno dei dipendenti, “andatevi a fare un giro tra qualche giorno a Prima Porta e vedrete i disagi". La manifestazione ha visto i lavoratori in protesta con striscioni dalle 8.30 del mattino dinanzi al cimitero del Verano, dove i lavoratori hanno incrociato le braccia. "Da oggi l'azienda ci ha messo in ferie forzate fino al 13 luglio in attesa dello sblocco di questa situazione” ha raccontato Valerio, “ma le speranze sono poche, perché la Multiservizi non ha fatto ricorso contro questa gara al massimo ribasso, cosa che invece fece anni fa nella stessa situazione".
Quest'anno la Multiservizi si è classificata però settima, con un 30% di ribasso, mentre anni fa quando ci fu il ricorso, convalidato in sede di Consiglio di Stato, era arrivata seconda, dietro alla Cooperativa 29 Giugno finita poi al centro dello scandalo Mafia Capitale. "Ieri c'è stato un incontro in Ama ma ci è stato detto che vanno avanti con l'assegnazione dell'appalto" ha aggiunto Rocchetti. “Adesso si attende la prossima settimana ma "intanto c'è un servizio pubblico che è fermo" ha concluso il portavoce.