Roma
I luoghi di Roma nei film di Nanni Moretti. "Questa città è come se fosse mia madre"
di Patrizio J. Macci
Ha scritto Italo Calvino che è l'umore di chi guarda che dà alla città la sua forma. Non sappiamo se Nanni Moretti avesse in mente questa massima quando ha girato i suoi film, ma indubbiamente dopo averli visti non si può guardare più la Capitale nella stessa maniera. Il regista di "Palombella rossa", "Sogni d'oro", "Habemus Papam" è uno dei cineasti italiani che negli ultimi quaranta anni ha raccontato Roma parlando d'altro, in maniera unica e inimitabile.
Giorgio Biferali e Paolo Di Paolo, block notes alla mano, hanno ricostruito filologicamente i luoghi dei film "romani" di Nanni Moretti in "Viaggio a Roma con Nanni Moretti", pubblicato da Lozzi Publishing. Da "Io sono un autarchico" fino al recentissimo "Mia madre" gli autori hanno catturato e fermato sulla pagina bianca strade, palazzi, atmosfere, modi di dire oramai diventati topòi. Quanti conoscerebbero il romano quartiere di Spinaceto se il regista non gli avesse dedicato una battuta fulminante in "Caro Diario"?
Un volume da leggersi come un viaggio in Vespa, con il naso sulle mappe geografiche e gli occhi socchiusi a ripensare ai fotogrammi delle pellicole. Si apprende, per esempio, che "Caro Diario" nasce praticamente per caso, senza un'idea definita di sceneggiatura; il sopralluogo con alcuni elementi della sua troupe all'Idroscalo diventa l'incipit del film mentre avrebbe dovuto essere solo un cortometraggio. Il regista stava girando un altro film poi vede il "girato", e decide di scrivere altri capitoli da realizzare nella stessa maniera.
Piazzette, palazzi, persone che entrano in maniera più o meno casuale nella traiettoria dello sguardo del regista e da lui fermati sulla pellicola. Moretti si conferma autarchico sopratutto nell'uso dei luoghi, che piega alle sue intenzioni e alla sua volontà espressiva. Pochissimi lettori, per esempio, sanno che le riprese del lungomare di Ostia durante "Caro Diario" sono una delle ultime possibilità di vedere i luoghi dove è avvenuto l'omicidio di Pier Paolo Pasolini integri e coperti da erbacce, prima dello stravolgimento urbanistico e della costruzione del Porto di Ostia.
Conclude il volume una vera e propria pepita, un'intervista a un Moretti "unchained", mai stato prodigo di interviste e dichiarazioni, il regista svela dettagli inediti del suo modo di pensare un film e del suo rapporto con la Capitale: "Che rapporto ho con Roma? Mah, me la potrei cavare dicendo che è mia madre. Se lei mi pone la domanda "Che rapporto hai con tua madre io le rispondo che tua madre è tua madre, è quella che ti ha dato la vita".