Roma

I padroni divorziano: nessuno vuole il cane, Miele finisce al canile comunale

Una labrador di 8 mesi con tanto di pedigree “cacciata di casa” dai padroni. Il legale Lauro Grotto: “Non c'è legge”. L'Oipa: “Un patto pre matrimonio"

Direttamente dal divano di casa e dalle supercoccole al canile del Comune di Roma. E' la storia di Miele, una labrador di 8 mesi, “condannata” dalla fine di un amore a cambiare casa e a finire al canile, perché nessuno dei due “quasi” ex coniugi si vuole prendere cura di lei. Un amore finito, che condanna la cagnolina alla fine dell'amore dei suoi padroni.

Ed è già scattata la gara di solidarietà degli appassionati degli animali che hanno offerto un alloggio temporaneo a Miele, in attesa di trovare un nuovo padrone che le possa evitare uno shock affettivo. Miele, 8 mesi di vita, socievole, affettuosa e , a differenza dei padroni “fedele” a chi le ha dato un pezzo di vita tra certezza di una ciotola e tante coccole, ha un pedigree d'eccezione, è in regola con microchip e vaccinazioni e spera in una nuova famiglia.

Il legalo Lauro Grotto: Non esiste una legge che tuteli il diritto affettivo degli animali"

“Da un punto di vista giuridico non esiste una legge che tuteli l'animale – spiega l'avvocato Donatella Lauro Grotto del foro di Roma ed esperta in diritto matrimoniale – e non penso che il legislatore in questa stagione sia in grado di mettere mano ai diritti degli animali. Quando una coppia si lascia e ci sono dei figli gli animali quando si riesce vengono considerati un elemento della crescita affettiva e umana dei minori e spesso belle trattative di separazione sono riuscita a far valere la regola che il cane o il gatto segue i bambini, ma in questo caso è impossibile. Diciamo che la gestione degli animali d'affezione cresciuti nelle famiglie potrebbe essere sì assimilata a quella dei minori ma un conto è la legge, tutt'altra cosa il codice morale della persone che magari pensano di liberarsi di un animale come se fosse un oggetto”.

L'Oipa: “Nelle separazioni gli animali spesso strumenti di ricatto”

L'Ufficio legale dell'Oipa, al quale giungono quotidianamente segnalazione e richieste di aiuto, aggiunge: “In caso di separazione è possibile stabilire per vie legali l'affidamento dell’animale domestico. Tuttavia, qualche distinzione va fatta a seconda che il pet viva con una coppia sposata o di fatto. In ogni caso, meglio inserire il destino del cane o del gatto in un accordo prematrimoniale. È bene sapere che, per legge, gli ex coniugi possono accordarsi, in caso di separazione consensuale, sulla collocazione di qualsiasi animale domestico. Quando invece non vi è la buona volontà di mettersi d’accordo, si può ricorrere alle vie legali: il pet, infatti, pur essendo un essere senziente, può essere “oggetto” di un accordo di separazione e risultare nella spartizione dei beni tra gli ex coniugi.

"Un animale da compagnia non è una cosa ma un essere senziente dotato di diritti"

Un caso famoso è la decisione presa da un giudice del Tribunale civile di Milano già nel 2013, chiamato al controllo di un accordo di separazione mediante il quale il magistrato confermò la correttezza della decisione presa da una ex coppia sull’affido e sulla gestione dei gatti di casa che erano stati affidati alla madre di famiglia, prevedendo per quest’ultima l’obbligo di provvedere al mantenimento e alla cura degli stessi con il concorso, da parte dell’ex marito, alle spese straordinarie. Quel che emerge dal provvedimento del giudice è che l’animale da compagnia non è una cosa, ma un essere senziente dotato di diritti, ed è giusto decidere la sua collocazione e il relativo mantenimento nell’ambito familiare. Per le coppie di fatto vi è la possibilità di decidere consensualmente la gestione, esclusiva o congiunta, del quattrozampe”.

Chi vuole informazioni su Miele e sulle procedure di adozione, può mandare una mail a roma@affaritaliani.it e verrà messo in contatto con la famiglia che la ospita.