Roma
I Radicali svelano il bluff di Raggi su Atac: “È accanimento terapeutico”
La municipalizzata è stata ammessa al concordato preventivo
Nessuna rivoluzione, ma soltanto accanimento terapeutico su un'azienda agli sgoccioli e prossima al fallimento. É questa l'opinione dei Radicali riguardo al concordato preventivo richiesto da Atac. Mercoledì mattina il Tribunale fallimentare ha accolto la richiesta di ammissione presentata dall'azienda lo scorso 18 settembre e il sindaco Virginia Raggi ha commentato la notizia con notevole entusiasmo.
L'avvenuto accesso al concordato però non mette in salvo la municipalizzata, che ora ha tempo 60 giorni per presentare un piano aziendale. Che l'iter sarebbe partito era evidente, ma non è questo il tempo per gioire di risultati ancora inesistenti. A presentare la cruda realtà alla Raggi sono il segretario di Radicali Italiani e quello di Radicali Roma, Riccardo Magi e Alessandro Capriccioli. C'era d'altronde da attendersi una nota al vetriolo da parte loro, visto che il partito non se n'è certo stato con le mani in mano e per risolvere la questione annosa dei mezzi pubblici romani ha indetto mesi fa una raccolta firme per un referendum in cui i romani possano esprimersi sulla messa a gara del servizi di trasporto della Capitale. “Il concordato preventivo di Atac ammesso oggi dal Tribunale non è, come sostiene la Sindaca Raggi, una "rivoluzione". Al contrario, si tratta di una misura destinata o a prolungare inutilmente, e a scapito dei romani, l'agonia di una società ormai fallita da anni, o a consentire l'ingresso senza alcuna gara di un soggetto che apporti nuovi capitali, realizzando così una privatizzazione di fatto dell'azienda”, scrivono i Radicali sottolineando come fino ad oggi si sia parlato solo del salvataggio dell'azienda e mai del servizio “che invece dovrebbe essere l'interesse primario di ogni amministrazione responsabile”.
La loro proposta si conosce da mesi e ha fatto il giro di Roma tra gazebo nelle piazze, banchetti all'ingresso dei concerti estivi e addirittura un pullmino addobbato ad hoc: la linea R (Radicali, appunto), che ha percorso la Capitale per far conoscere la proposta alternativa per il trasporto pubblico. “L'unica soluzione ragionevole, tra la prospettiva del baratro e quella della privatizzazione senza concorrenza, rimane quanto richiesto dal nostro referendum "mobilitiamo Roma", che nella scorsa estate è stato sottoscritto da 33mila cittadini: aprire al mercato e mettere a gara il servizio di trasporto pubblico nella Capitale, come avviene in molte capitali europee nelle quali i mezzi pubblici costituiscono uno strumento affidabile, e non un terno al lotto come avviene a Roma”, hanno dichiarato Magi e Capriccioli annunciando che nelle prossime ore verrà richiesto il conteggio ufficiale delle firme per indire il prima possibile il referendum.
Si tratta di una visione sideralmente opposta a quella presentata oggi dalla sindaca di Roma che ha addirittura parlato di “rinascita”: “Si tratta del via libera ad un programma che punta a migliorare le linee, gli autobus, la metropolitana, ridurre i tempi d’attesa, dare ai cittadini i servizi che chiedono, tutelare i dipendenti. È la vittoria dei cittadini” ha dichiarato subito dopo la notizia dell'ammissione di Atac al concordato.
È probabile, però, che ci sia una certa categoria di cittadini che non si sente certo in una botte di ferro: la situazione dei 12 mila dipendenti dell'azienda dei trasporti di Roma è infatti più precaria che mai. Un giorno prima del via libera iniziale del Tribunale Fallimentare, i tranvieri hanno ricevuto un avviso da parte dell'azienda, che li informava che lo stipendio promesso per il giorno 27 settembre altro non era che un'”anticipazione” in attesa della risposta del Tribunale Civile in materia di concordato. Un “prestito ponte”, insomma, che potrebbe essere richiesto indietro da Atac qualora la procedura fallimentare non dovesse avere un lieto fine.
Eppure Raggi ha una visione tutta sua del “fiore all'occhiello” di Roma: “Ora possiamo portare a compimento quella rivoluzione nel trasporto pubblico che i romani attendono da decenni”, ha dichiarato.