Roma
I volti di schiavi e operai nel ventre delle Terme di Caracalla: ecco i Molti
Migranti o servitori dell'Impero romano: Biasiucci dona un'anima ai sotterranei
I sotterranei delle Terme di Caracalla diventano la perfetta cornice per la mostra Molti di Antonio Biasiucci: 50 volti di donne e uomini di diversa etnia si alternano sotto ai piedi dei visitatori, come se fossero racchiusi nella pavimentazione.
Visi sereni e distesi, rappresentati sempre con gli occhi chiusi, quasi stessero riposando. I Molti dell'artista sono tutte quelle persone a cui la storia non ha mai donato un volto: gli operai e gli schiavi dell'Impero Romano che giornalmente si operavano per scaldare l'acqua delle terme sovrastanti, ma anche i migranti d'oggi.
Dal 17 ottobre al 19 novembre visitatori e curiosi potranno addentrarsi nel buio dei sotterranei. Le fotografie, imprigionate in una cornice metallica ricoperta da un cristallo e appoggiata direttamente sul pavimento, diventano un omaggio simbolico a un’umanità presente e necessaria. E a questa umanità Biasiucci trasmette la dignità del ritratto, concesso in epoca antica soltanto alle classi più abbienti.
L'artista ha realizzato le immagini di Molti nel 2009, fotografando in bianco e nero i calchi realizzati dall’antropologo Lidio Cipriani negli anni Trenta in alcuni paesi del Nord Africa. Prima fonte di ispirazione per l’opera, allora, era stata la storia dei migranti dispersi nei nostri mari. Con questa mostra alle Terme di Caracalla l’artista conferisce a Molti un nuovo senso. I suoi volti sono adesso testimoni muti e anonimi della grande storia di Roma.
“I quasi 2 kilometri di gallerie delle Terme di Caracalla – spiega il Soprintendente Francesco Prosperetti –, in gran parte da restaurare, si candidano a divenire un grande spazio espositivo per Roma, i romani e i turisti. La mostra di Biasucci dimostra che le opere del contemporaneo acquistano particolare risignificazione nella reciproca connessione che si stabilisce tra opera e spazio antico”.