Roma

Il caro energia batte la pressione fiscale: le imprese di Roma in ginocchio

Metà delle imprese romane secondo la Camera di Commercio alle prese col calo di domanda. Il caro energia è peggio di fisco e burocrazia

L’aumento dei prezzi delle materie prime dei beni energetici o non energetici è indicato come ostacolo allo svolgimento della propria attività dall’80% delle imprese, risultando quello più segnalato e superando altri ostacoli annosi come il peso del fisco (52%) e la burocrazia (35%).

E' quanto rileva il nuovo report, elaborato dalla Camera di Commercio di Roma, con l'obiettivo quello di indagare che tipo di impatto, dopo l'emergenza Covid, il conflitto, le tensioni geopolitiche e il forte aumento dei prezzi stanno avendo sulle imprese di Roma e provincia.

Ma è l'assenza di domanda a turbare i sonni

Il 46% indica come l’ostacolo principale continui a essere rappresentato dall’assenza di domanda, evidenziando come non siano ancora stati recuperati i livelli pre-pandemici. Il 16,2% delle imprese dichiara di aver dovuto già ridurre la produzione a causa dei costi dell’energia, un 15,7% dichiara che dovrà ridurre la produzione nel trimestre in corso e il 33% di reggere non oltre l’estate. Solo il 35% delle imprese è in grado di reggere gli attuali prezzi fino a fine anno o oltre. Per contrastare il caro energia, il 14,2% delle imprese ha incrementato l’uso delle energie rinnovabili, mentre il 37% ha ridotto i consumi.

Il 13,7% ha cambiato fornitori, solo il 5,6% ha acquistato macchinari a minor consumo energetico. Per il 66% delle imprese, comunque, a prescindere dalle azioni individuali per contrastare il caro energia è necessario l’intervento del governo.