Roma
“Il Centro politico non esiste più, ceti medi devastati”, l'analisi di Baccini
Già deputato e senatore Mario Baccini traccia la “linea “elettorale”: “Il centrosinistra punito dalla vocazione al profitto”
Quattro volte deputato e una volta senatore, poi sottosegretario agli Esteri, ministro Funzione Pubblica, vicepresidente del Senato e dal 2006 presidente istituto Microcredito e vero esperti di campagne elettorali: Mario Baccini analizza la campagna elettorale e prevede che la corsa ai voti dei moderarti non ci sarà: “Il Centro non c'è più, perché i ceti medi sono scomparsi”.
Presidente Baccini, partiamo dalle liste. Con la riduzione e dei seggi, quanto peserà l'esercito degli scontenti?
“Il problema della riduzione die parlamentari ha anche un senso. Questo è un sistema di democrazia parlamentare pensato con un'ampia rappresentanza, e all'epoca aveva un senso perché i parlamentari rappresentavano il territorio. C'era un deputato o un senatore che rappresentava un territorio specifico. Oggi con i mezzi di comunicazione diffusi tra media e social, mi sembra giusto che ci sia una riduzione dei parlamentari, man non perché costa di meno ma perché la rappresentanza è garantita”.
E chi torna a casa, insomma l'esercito di trombati ex ante?
“Nessun effetto particolare, il livello di peso elettorale dei parlamentari è piccolo. Non c'è più una vita democratica all'interno dei partiti che consente tesseramenti e congressi. Una vota aveva un peso specifico. Ora sono scelti dal segretario e non hanno più la possibilità di esprimersi con le preferenze”.
Parliamo di poli: 3 o 4?
“Ho l'impressione che gli italiani vadano sempre di più sul voto utile, quando sarà il momenti decideranno ancora tra centrodestra o centrosinistra, al di là di qualche sacca di voto un po' più organizzato. Il bipolarismo è nella testa degli italiani. Certo, la suggestione di un Centro che possa creare un terzo polo è tutta da verificare. Chi vuole recuperare i voti al Centro ha un difetto di origine: il Centro non c'è più perché sono venuti meno gli elettori. Non si parte da una fase elettorale ma da un progetto costruito sul cento medio che oggi è diventato povero. Per fare un partito di centro bisogna ricreare l'elettorato e ho l'impressione che bisognerà lavorare molto per un'offerta politica; occorre una lunga camminata nel deserto e ridare forza ai ceti che stanno scomparendo".
Presidente Baccini, l'Italia voterà con la testa o con la pancia?
“Una piccola parte dell'elettorato è raffinata, studia, analizza e vota secondo i propri interessi. Il resto non è tanto di pancia ma emozionale, legato agli effetti speciali televisivi e dei social. Penso più a un voto di trascinamento di temi di carattere generale, e ho l'impressione che in questa occasione gli italiani stanno valutando una svolta decisiva verso il centrodestra, non per votare contro ma per costruire un sistema più sicuro e il mutamento che c'è stato in questi anni tra destra europea e sinistra è sostanziale. Oggi la sinistra italiana appare concentrata a tutelare interessi dei grandi gruppi e delle banche e il centrodestra si sta impegnando verso l'italia del lavoro e dei più deboli, sta abbracciano l'economia sociale di mercato. Dall'altra parte mi sembra di vedere un appoggio condizionato all'automatismo del mercato che ha come unico obiettivo il profitto. Oggi il vero bipolarismo è questo: l'economia sociale e, dall'altra parte, chi vuole abbracciare il mercato che non fa prigionieri”.
Quali sono i i temi che condizioneranno il voto?
“La qualità della vita che rischia di scemare, una maggiore tutela con garanzie nel mondo del lavoro. Oggi abbiamo preso atto che il lavoro, come ad esempio quello dei servizio sociali, è gestito da un mondo cooperazione e al lavoratore gli torna un terzo. E poi bisogna dare al privato la libertà di selezionare i migliori. Il pubblico si lascia prendere da pratiche poco ortodosse. C'è poi il problema dell'accesso al credito.., Tanti lavoratori non possono accedere ai servizi bancari: o il sistema bancario è anche un servizio con un quota pubblica, oppure è un privato e allora il cittadino deve anche essere libero di scegliere se aprire o no un conto corrente. Tracciabilità e limitazione dell'uso dei contanti dicono che il cittadino non è liberto di scegliere”.
Baccini, chi vincerà secondo lei?
“Sto guardando con attenzione i programmi e gli atteggiamenti dei leader. Penso che il centrodestra se non cadrà nella trappola del dibattito interno troppo accentuato ha grandi chances. C'è un'offerta politica che ha avuto anche la sensibilità aggregare la parte centrale: Udc. Noi con l'Italia e patiti anche piccoli che rappresentano un pezzo d'italia. Non pagherà a livello numerico ma a livello politico sì”.
Il ruolo di Carlo Calenda?
“Calenda, cioè Calendaaaa. Non vedo male l'iniziativa. Se c'è offerta politica significa che i cittadini hanno possibilità di scegliere. Bisogna capire cosa propongono: se l'obiettivo è prendere voti per esser presenti nel prossimo governo, non è strategia ma tattica. Così alla fine prevarrà il voto utile”.
Le sue vacanze senza campagna elettorale?
“Sono sui 24 km di costa da Fregene a Focene, Maccarese e Passoscuro. A Ferragosto ero Fiumicino a festeggiare l'Assunta con la flotta di pescherecci”.