Roma

Il ciclone Ferragni a palazzo Barberini. Fioccano polemiche da museo e foto

Diventa un ennesimo caso la visita della Ferragni in pantaloncini alla Galleria nazionale d'arte antica

La Galleria Nazionale d’Arte Antica Palazzo Barberini Corsini a Roma dà la notizia ufficiale della visita di Chiara Ferragni, sui propri canali Instagram e Facebook e, si legge: “Si scateneranno polemiche?

“Chiara Ferragni ha scelto di visitare Palazzo Barberini per scoprire uno dei più importanti musei romani. E voi quando verrete a scoprire le nostre meraviglie?”, scrive ancora la Galleria di palazzo Barberini e le foto della nota influencer, immortalata accanto alla Giuditta e Oloferne di Caravaggio e all’ Amor Sacro e Amor Profano di Giovanni Baglione, sono state postate anche sul suo canale Instagram che conta ben venti milioni di follower. Numerosi e immediati i commenti degli utenti tra cui: “Marchetta pubblicitaria; “Ringrazio gli Uffizi, i Musei Vaticani e le gallerie Barberini Corsini per avermi fatto conoscere Chiara Ferragni, non avevo idea di chi fosse2; “Triste pensare che le persone debbano essere stimolate in questo modo” laddove altri al contrario hanno replicato positivamente «La sua visita porterà sicuramente nuovi visitatori alle Gallerie. Mi pare un fatto molto positivo»; «Ritengo bellissimo vedere la Ferragni provare interesse per uno dei Musei più belli di Roma”.

Già il “caso mediatico” era nato a Luglio con un selfie che ritraeva l’influencer agli Uffizi di Firenze accanto alla Venere di Botticelli e se allora il Direttore del Museo Eike Schmidt aveva manifestato tutta la sua verve “giovanilista” dichiarando una “visione democratica” dell’arte dall’altro lato c’era chi, tra gli studiosi, non ne aveva condiviso la scelta come Tommaso Montanari il quale criticandone “l’operazione” sosteneva come la Primavera di Botticelli fosse diventata una “testimonial alla Ferragni” e non l'inverso. Sarcastico e pungente stavolta è stato l’intervento di Daniele Radini Tedeschi, uno tra gli autorevoli studiosi del Caravaggio, che dal suo canale instagram, seguito da oltre trentaseimila follower ha commentato l’accaduto ponendo l’attenzione sulla necessità di una emancipazione dei Musei, specie se pubblici e statali, da mode, social, scelte di marketing o testimonial e scatenando così una querelle di interazioni negative degli utenti verso il Museo.