Roma

Il Coronavirus ha ucciso la movida. Distanziamento impossibile: “Condannati”

Dal Room 26 dell'Eur il grido: “Affitti impossibili, dal Governo per noi solo il credito d'imposta. Col distanziamento non sarà possibile riaprire”

Coronavirus, se c'è un settore economico per il quale è pronto il funerale è quello della notte. Il virus ha ucciso la movida, perché la “Fase 2” non prende in considerazione discoteche, club e pub. Ad affaritaliani.it parla Gianluca D'Ettore, socio e shift manager del Room 26, tempio della movida romana dell'Eur.

 

D'Ettorre, il settore delle discoteche e dei locali notturni è stato travolto dal Coronavirus. Che cosa significa per voi restare chiusi per tutto questo tempo?

“È semplicemente un disastro. Umanamente parlando, per noi operatori del settore che siamo abituati a parlare, vedere, conoscere tante persone ed a fare pubbliche relazioni è una prigionia perché a noi romani ci piace il contatto. Dal punto di vista economico invece, la situazione cambia da persona a persona. C'è l'imprenditore un po' più bravo che è stato previdente ed ha un tesoretto da parte per questo periodo buio e c'è chi invece viveva alla giornata ed ora si ritrova automaticamente in difficoltà. Ma il principale problema per il nostro settore in questo momento è uno solo, e ci chiama affitto”.

Affitto? Si spieghi meglio.

“Nonostante siamo chiusi e lo resteremo chissà ancora per quanto, dobbiamo comunque continuare a pagare l'affitto dei locali sia ai privati che agli enti come succede a noi del Room 26 con Eur Spa. Agevolazioni da parte del Governo non ce ne sono, Conte si è completamente dimenticato di noi. Gli affitti a Roma sono cari e per un locale chiuso pagare ugualmente 20, 25 o 30 mila euro è una mazzata allucinante. Se i soldi non entrano, come facciamo noi a pagare gli affitti? Non chiediamo soldi o cose straordinarie, semplicemente vogliamo essere aiutati con gli affitti. Siamo allo sbando ma nessuno ne parla. Noi possiamo definirci fortunati e riusciremo, in ogni caso, a trovare un accordo sull'affitto con Eur Spa come già successo negli ultimi 7 anni di mia gestione”.

Il Governo ha previsto degli incentivi per il vostro settore?

“Il decreto Cura Italia ha previsto un credito d'imposta del 60% del canone di affitto e basta. Inoltre per ottenere il bonus è necessario pagare il canone per intero. Insomma prima pago 20/30 mila euro, poi prima o poi rientrerò di qualcosa. Ci stanno trattando come gli ultimi. Ci hanno detto che la nostra categoria sarà l'ultima che potrà riaprire, e mi pare anche giusto, ma da qui ad essere trattati in questa maniera ce ne passa. C'è il rischio che il Governo faccia finire il mondo della notte, un mondo che è una vera e propria industria che fattura molto di più di teatri o altre attività più benviste. Il Governo deve aiutare tutti e in egual modo. Se dovessimo arrivare a settembre o ottobre prima di riaprire, dove li troviamo noi 140/160 mila euro per pagare gli affitti? All'estero il nostro settore sta venendo aiutato molto, penso alla Germania, e qui dovrebbe essere lo stesso”.

Come state procedendo con i vostri dipendenti? Anche voi siete dovuti ricorrere alla cassa integrazione?

“Tutti i nostri dipendenti sono stati messi in cassa integrazione, non avevamo alternative. C'è anche chi però ora ha perso il lavoro, come ad esempio gli uomini della sicurezza. Per questo campo noi ci affidiamo a società esterne che ci inviano a chiamata le persone ogni serata. Loro ora sono fermi, chiusi a casa senza lavoro come tutte quelle persone che lavorano a chiamata. Quando apro, ad esempio, il Room 26 tra operatori della sicurezza, barman, camerieri, personale alla cassa, contabili e direttori ci sono circa 50 persone che lavoravano. Tutti noi siamo in crisi e nonostante tutto ci siamo fatti promotori di una raccolta fondi a favore dello Spallanzani di Roma. Abbiamo raccolto e donato direttamente alla direzione amministrativa 19 mila euro. Non siamo così cattivi come ci disegnano”.

Cosa succederà quando vi verrà dato l'ok per riaprire? Come cambierà la movida notturna romana?

“Secondo me, dopo un piccolo periodo di paura e di iniziale assestamento, tutto tornerà come prima per noi. La gente non vede l'ora di riuscire, di tornare a svagarsi. Certo, qualora questo non accadesse sarà inevitabile un ridimensionato a cascata di tutto. Se la gente non viene più e i locali sono vuoti, se prima l'ingresso costava 10 euro e la cassiera la pagavo 50, si cambierà passando a 5 euro di ingresso e cassiera a 30 e via dicendo. Ma ripeto, io credo che la gente tornerà fuori appena potrà farlo e ripartiremo forte”.

E se vi venisse dato il permesso di riaprire prima ma "a metà", ovvero mantenendo le distanze di sicurezza? C'è da attendersi una rivoluzione delle serate?

“Semplice, non riapriremmo mai. Qualora accadesse uno scenario del genere, ci rifiuteremo categoricamente. Come posso far rispettare le distanze alle persone mentre ballano? Se riapro in queste condizioni, dopo la prima serata vengono e mi strappano giustamente la licenza. Noi non vogliamo questo, fare aprire a metà non avrebbe senso. O si riapre come prima o niente. Sarebbe l'ennesima presa in gira”.

L'estate si avvicina sempre di più. Che pieni state facendo?

“È tutto in alto mare. Se come si vocifera la cosiddetta 'Fase 2' partirà a maggio e per noi fare una previsione è pressoché impossibile. Certo se si riparte, utopicamente parlando, a luglio, come li ammortizziamo i prezzi dell'affitto delle casse, delle console e delle altre apparecchiature che si affittano stagionalmente? La situazione è complicata. Bisognerebbe sperare in un luglio a ribasso ma in un agosto in cui la gente tornerà a far esplodere i locali della movida notturna. Solo così si potrebbe tornare a pieno regime ad agosto e continuare con la stagione estiva fino a settembre. Ma stiamo parlando di utopia, non è detto che questo accadrà. C'è tanta paura”.