Roma

Il Divino Amore piange Don Silla. L'uomo del No a Fonopoli e No alla discarica

di Pasquale Calzetta

Scompare Don Pasquale Silla, storico rettore del Santuario del Divino Amore: “E' la casa di campagna della Madonna”. Pasquale Calzetta lo ricorda così

Don Pasquale Silla era nato a Preta una piccola frazione di Amatrice e ogni volta che per qualche giorno ad agosto ci tornava era festa nazionale.  Ma naturalmente non era famoso solo lì, lo conoscevano e lo apprezzavano in tutta Roma e in tutta Italia, insomma un’istituzione non per nulla il parroco della quinta Basilica romana: il Santuario del Divino Amore.

Impossibile ricordare tutte le iniziative fatte a beneficio del territorio e delle famiglie. L’organizzazione della grande festa di settembre che rappresentava la ripartenza dopo le ferie di tutte le attività, la festa della famiglia, quella della Primavera, la benedizione degli animali, le processioni in ogni quartiere della parrocchia, le benedizioni delle famiglie nel periodo pasquale e la grande rappresentazione della Via Crucis. Tutto questo contribuiva a creare, anche in questo lembo di agro romano fatto di borgate ex-abusive, la coscienza di essere una comunità coesa che ha fatto sentire tutti meno soli

Quando il parroco di campagna disse No a Renato zero

Le sua battaglia contro il progetto Fonopoli di Renato Zero che a torto o a ragione gli ha consegnato la leadership di questo territorio, tanto che per quasi 50 anni Don Pasquale era per tutti un punto di riferimento certo. La sua presa di posizione contro le discariche e l’attenzione e il rispetto dell’agro romano e la campagna, perché il Divino Amore è, come diceva lui “la casa di campagna della Madonna e tale doveva rimanere”.

Un esercito di volontario al servizio del santuario caro ai romani

Ma Don Pasquale sapeva fare anche rete con tutti, molteplici i gruppi che poi metteva in connessione e collaborazione.  Il consiglio pastorale, gli oblati,  i catechisti, il gruppo scout, il gruppo Accoglienza, il gruppo degli imprenditori, le dame, il coro polifonico e la banda del Divino Amore: tutti insieme a lavorare per il Divino Amore e tenere i collegamenti con le famiglie e il territorio. Don Pasquale c’era per tutto e per tutti. Diceva sempre che anche il più peccatore della terra ha un pizzico di buono da mettere a disposizione della comunità.

Il Divino Amore tappa obbligata per tutti i sindaci di Roma

I suoi rapporti con la politica erano rispettosi ma  nella massima trasparenza. In epoca di alternanza tra centro destra e centro sinistra tutti avevano il loro posto e la loro importanza in ogni iniziativa e questo indipendentemente da chi avesse governato in quel momento. Tutti venivano alla corte di Don Pasquale e dell’opera del Divino Amore e lui aveva rapporti con tutti.

Don Silla: "Non voglio dventare vescovo"

Rifiutò anche la nomina a Vescovo perché questo avrebbe significato l’allontanamento dal “suo” Divino Amore, ma gli toccò comunque la nomina a Monsignore e quando qualcuno lo prendeva simpaticamente in giro per aver alzato grado, lui raccontava cosa diceva un suo amico parroco quando fu fatto Vescovo: ”… Caro mio cambia l’imbasto ma il somaro è sempre lo stesso”.

Il santuario divenuto una cittedella

E poi il suo amore per il mattone, durante la sua gestione al Divino Amore sono state fatte opere importanti: la casa del Pellegrino, la Sala delle Grotte, l’Albergo, il nuovo centro sportivo Andrea Millevoi e su tutti il Nuovo Santuario del Divino Amore con il suo grande Auditorium da 1000 posti a sedere. Opere importanti che restano ai fedeli romani come testimonianza del grande impegno e del grande lavoro svolto da un uomo di origini umili che ha saputo essere esempio e riferimento per tanti come me che sono cresciuti all’ombra del Santuario e di Don Pasquale.  Oggi siamo tutti un po’ più soli, scompare un parroco attivo della curia romana che ha vissuto completamente la sua missione di fede con la sua grande volontà e i suoi umani difetti.

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