Roma
Il filantropo si racconta. Emmanuele Emanuele: imprese, poesia e salute
Una vita trascorsa tra consigli di amministrazione di banche, società finanziarie e fondazioni ma senza mai mettere da parte la cultura
Docente universitario, avvocato, economista, saggista ma anche poeta e amministratore di aziende ed enti di natura diversa. Emmanuele Emanuele mette le cose in chiaro e si racconta a 360 gradi.
L'ex presidente della “Fondazione Roma”, in un intervista rilasciata al quotidiano “La Verità”, parla di lavoro e imprese fino alla politica, poesia e lavoro. Una vita trascorsa tra consigli di amministrazione di banche, società finanziarie e fondazioni ma senza mai mettere da parte la cultura: “Per me la cultura e il mondo dell'arte – spiega Emanuele - sono state, citando lo storico libro di Silone, un 'Uscita di sicurezza' dalla turbinosa vita lavorativa”.
Emanuele poi si sofferma sulle quelle personalità del mondo politico e culturale che lo hanno colpito maggiormente nel corso della sua carriera come gli economisti Eugenio Cefis, Tullio Torchiani, Peppino Martelli ed Enrico Cuccia: “Tutti personaggi che con il loro lavoro hanno portato l'Italia ad essere la quinta forza industriale al mondo”. Per quanto riguarda il mondo politico, Emanuele cita Mauro Ferri, Pietro Longo e Bettino Craxi: “Considero irripetibile la rinascita di personaggi come quelli della stagione liberl-socialista”. Tra gli intellettuali nessuno ecco il ricordo ad Ignazio Silone: Emanuele lo definisce come eccelso scrittore oltre che uno studioso illuminato e un colto politico.
Immancabile un quadro sull'attuale mondo delle imprese: “La grande impresa pubblica italiana – spiega Emanuele - è sparita, quella privata latita o trasloca all'estero e le piccole e medie imprese, che costituiscono vero tessuto produttivo italiano, sono oppresse da fisco e burocrazia”.
Il professore si sofferma sulla sua passione principale, la poesia. Emanuele la definisce come la prima forma di arte concepita dall'umanità, che ricomprende e sintetizza tutta le altre.
Infine parla in maniera diretta di quello che, secondo lui, è la più grande emergenza che sta vivendo in questo momento l'Italia. Il barone Emanuele infatti, oltre a dedicarsi alla “Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale”, continua ad occuparsi di ricerca scientifica e sanità. “Dopo aver ricevuto tanto in più di 50 anni di carriera lavorativa – spiega Emanuele -, ho capito che era arrivato il momento della 'fase della restituzione' ed ho scelto di occuparmi della settore della salute, che è la grande emergenza di questo Paese. Ho prima realizzato l'Hospice per i malati terminali e poi ho fornito agli ospedali, per aiutare i bambini meno fortunati, alcuni dispositivi robotici per trattamenti riabilitativi dei piccoli pazienti affetti da patologie del sistema nervoso e muscoloso-scheletrico. Per ultimo ho invece affrontato un problema completamente trascurato dallo Stato italiano, ovvero l'Alzheimer”. Emanuele si è esposto in prima linea contro questa sempre più diffusa patologia e dalla cura ancora ignota, ed ha realizzato, ispirato dal modello olandese, il “Villaggio Emanuele”, una struttura residenziale alla Bufalotta atto ad ospitare oltre 100 pazienti/residenti affetti da Alzheimer a titolo gratuito. Qui potranno usufruire dell'assistenza necessaria in modo discreto ma efficace. L'altro campo in cui il professore sta operando è quello della ricerca contro il cancro attraverso la fondazione “Emanuele cancer research foundation Malta”, istituita presso il “Biomedical sciences building” dell'Università di Malta di cui Emanuele è vicepresidente.