Il Gay Village affonda la Raggi: il sindaco M5S scatenato nel video-parodia
Il ritorno del Villaggio arcobaleno a Testaccio si colora di polemiche
di Massimiliano Martinelli
Virginia Raggi di spalle, fascia tricolore intorno al corpo, orecchie a sventola, scatenata in mezzo ad un gruppo di ballerini. Si apre tra video sfottò e provocazioni la calda estate del Gay Village.
Nella serata inaugurale di giovedì 31 maggio non è passata inosservata la polemica contro la giunta M5S, in primis il sindaco Raggi, bersaglio designato degli attivisti arcobaleno. Padrona di casa la leader del movimento Lgbt italiano Imma Battaglia, che fin da subito rivendica il valore politico e simbolico della “riconquista” della Città dell'altra Economia di Testaccio. Nel mirino finisce così immediatamente il neo governo Lega-M5S, definito “razzista, omofobo e populista”. Ma la contestazione principale è riservata a Virginia Raggi, colpevole di aver negato la trascrizione nei registri comunali della figlia di una coppia di donne, come invece aveva in precedenza fatto la collega Appendino a Torino. Imma Battaglia, supportata sul palco dalla compagna Eva Grimaldi, boccia così totalmente il lavoro del sindaco dal punto di vista della tutela di diritti e libertà, senza perdonarle la perenne assenza dalla manifestazione.
A far sorridere e discutere sarà però il video della “sigla”, che precede il momento dance della serata firmata Gay Village. Ballerini, musica e colori riempiono difatti lo schermo tra l'entusiasmo del pubblico, quando ecco che nel bel mezzo del filmato appare una Raggi dalle orecchie improbabili, che inizia a danzare scatenata. L'attrice è di spalle, ma la figura è chiaramente quella del sindaco di Roma. Uno sfottò che lascia trasparire senza mezzi termini una posizione chiara e netta, sottolineata anche dalla scelta chirurgica degli ospiti.
Sul palco di avvicendano infatti in pochi minuti Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I nonché una delle maggiori antagoniste politiche del sindaco pentastellato. Poi ancora, in pieno clima elettorale, i due candidati di centrosinistra rispettivamente dei Municipi III e VIII: Giovanni Caudo e Amedeo Ciacchieri. Infine il vicepresidente della Regione Lazio Massimiliano Smeriglio e il Governatore Zingaretti, da sempre in prima fila nel supporto e nella promozione del Gay Village.
Non solo politica però, spazio anche allo spettacolo. A rubare la scena è Ilenia Pastorelli, attrice romana, vincitrice di un David di Donatello per “Lo chiamavano Jeeg Robot”, nonché madrina della serata. È lei a tagliare il nastro simbolico del nuovo Gay Village e a dare il via alla festa, divenuta un vero e proprio manifesto politico contro la giunta M5S.