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Roma
Il metodo Aprilia: dall'Ordinanza la Politica incontra la malavita organizzata

Per i magistrati della DIA ad Aprilia, in provinca di Latina c'era in atto un vero e proprio metodo. Un sistema che collegava la Politica con i clan malavitosi. Un ponte tra i colletti bianchi e la mala. Al centro un guro di riciclaggio, appaltim dorga.

Un sistema rodato e che cresceva mese dopo mese. A testimoniarlo l'ordinanza che ha decapitato questo sodalizio.

Il Procuratore

"L'associazione mafiosa controllava completamente il Comune di Aprilia dal punto di vista economico-imprenditoriale e dal punto di vista amministrativo". Così il procuratore aggiunto della Dda Ilaria Calò, nel corso della conferenza stampa in procura, citando l’ordinanza con cui il gip di Roma ha disposto 25 misure cautelari, 21 in carcere, due ai domiciliari e due misure interdittive. Ai domiciliari è finito anche il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi per accuse relative alle elezioni del 2018, quando il politico era vicesindaco.

I clan

"Nelle indagini sono emersi rapporti con il clan dei Casalesi e con quello dei Polverino. Inoltre sono emersi legami con la pubblica amministrazione", spiega il procuratore aggiunto di Roma Ilaria Calò. "Al politico vengono contestati reati commessi nel 2018 quando era vicesindaco - continua la Calò - Indagati l'ex sindaco Antonio Terra e l'ex assessore ai lavori pubblici Luana Caporaso, oggi entrambi all'opposizione. Tra i reati ipotizzati anche lo scambio elettorale politico-mafioso e il concorso esterno in associazione camorristica".

I codici

Secondo le carte processuali il sodalizio usava termini in codice che venevano recipiti dagli affiliati. "Vado a prendere il pesce", "Meloni" per gli affari minori, "Cocomeri" per gli appalti più succulenti. Il modus operandi era quello di fare uno squillo, seguito da altri due col privato: questo codice permetteva di capirte a tutti quando vedersi e dove. Pochissime infatti le intercettazioni telefoniche, visto che tutti erano molto accorti a usare gli apparati telefonici. Molte però le intercettazioni ambientali e i pedinamenti che hanno potuto far ricostruire ai magistrati dell'Antimafia la mappa criminale che era entrata nella politica.

 

 







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