Roma
Il nonno dove lo metto? Fuga dall'ospizio. Rette troppo care, meglio la badante
“E’ una crisi senza precedenti, altro che liste d’attesa, magari. Non so quanto resisteremo ancora se si continuerà così". Le famiglie stanno portando via dalle residenze sanitarie assistenziali gli anziani malati, preferiscono prendersi una badante a casa per spendere di meno perché non riescono a far fronte alle rette delle case di cura.
"Le rette sono troppo alte. Sono costrette a fare a meno dell’assistenza medica per i loro anziani perché non ce la fanno a pagare la loro parte. Intanto i Comuni non finanziano quello che a loro spetta da due anni e le strutture devono continuare a mantenere standard di qualità altissimi e continuare a fare assistenza". Il grido d’allarme arriva dal Presidente dell’AIOP Lazio, Jessica Veronica Faroni relativamente al settore Rsa e Centri Ex art. 26 del Lazio. "Questo significa che gli anziani vanno a perdere l’assistenza medica di cui hanno bisogno. Le famiglie sono costrette a tenersi in casa un malato senza poterlo curare” aggiunge la Faroni -
“È un’emorragia che interessa un settore importantissimo del sistema economico-sanitario regionale – spiega il Presidente Aiop – parliamo di 7.700 posti letto accreditati, 12.000 lavoratori impiegati nel settore che offrono assistenza ad oltre 55.000 pazienti/utenti. Le strutture vivono, è proprio il caso di dire a proprie spese, un teatro dell’assurdo: da una parte il costante decremento delle risorse del SSR con la Regione che paga solo la parte sanitaria della retta, il 50% e il restante quello che dovrebbero versare i comuni per i cittadini/pazienti meno abbienti, la cosiddetta quota sociale, che non ci viene erogata perché i comuni non hanno i soldi o li usano in altro modo. Siamo arrivati al punto che alcuni municipi interpretano le norme a modo loro, fissano quote senza senso ma tutti sono d’accordo sul fatto di non pagare quanto la legge dice”.
“Poi c’è il nuovo Isee, il terrore delle famiglie, che non sanno come fare e vuoi per paura o per disinformazione si portano il paziente a casa – aggiunge Jessica Faroni - Ricapitolando: ci è stato chiesto prima di incrementare il nostro lavoro facendo assistenza in un settore importantissimo perché c’era domanda, ci sono state diminuite le risorse, poi hanno cominciato a pagarci la metà e infine i pazienti sono stati messi in condizione, non per colpa nostra ovviamente, di andarsene a casa senza la giusta assistenza. Questa è follia.”
“Urgono interventi mirati e una riforma seria del settore – conclude il Presidente dell’AIOP Lazio – perché il tipo di assistenza che forniamo a questi pazienti è sotto gli occhi di tutti. Sono pazienti cronici, cronici riacutizzati o colpiti spesso da patologie degenerative ed in quanto tali sono tutt’altro che a carico sociale debbono “pesare” come quota sanitaria del bilancio regionale. Vista la vastità e la drammaticità di questa situazione abbiamo coinvolto le OO.SS., la Prefettura e siamo disposti a dare tutto il nostro supporto agli uffici regionali. C’è già un tavolo in questo senso e l’Aiop Lazio ha avviato un monitoraggio/studio per verificare cosa accade anche nelle altre regioni italiane e anche quelle più virtuose che purtroppo stanno iniziando a percepire i primi segnali di difficoltà del sistema”.