Roma

Il Nutriscore impone verità rigide, illude i consumatori e minaccia la tradizione culinaria e la varietà alimentare. Unica soluzione: la dieta mediterranea

di Pietro Paganini

L'intervento di Pietro Paganini. "Se l’obesità è una problematica individuale, allora la soluzione risiede nella dieta personalizzata, che non si limita all’alimentazione, ma abbraccia l’intero stile di vita"

Il Nutriscore, proposto come soluzione per ridurre l’obesità e le malattie non trasmissibili, è in realtà uno strumento obsoleto e dannoso per la libertà di scelta, la conoscenza e la concorrenza. Basato su un approccio “one size fits all”, pretende di risolvere un problema complesso con una soluzione uniforme, ma l’obesità non è soltanto un fenomeno collettivo.

Le sue cause variano da individuo a individuo e includono fattori come stile di vita, genetica, metabolismo, condizioni sociali e stato psicologico. L’idea che un semplice semaforo possa mitigare o risolvere una questione tanto intricata è illusoria. A oggi, non vi è alcuna evidenza che il Nutriscore contribuisca a migliorare la salute o la longevità in chi lo adotta. E tanto meno a contrastare le patologie riconducibili all’alimentazione. Gli studi a suo favore si limitano a dimostrare che i consumatori ne comprendono il codice a colori, senza mai provarne l’efficacia.

Nutriscore superato dalla tecnologia

Se l’obesità è una problematica individuale, allora la soluzione risiede nella dieta personalizzata, che – secondo gli antichi greci – non si limita all’alimentazione, ma abbraccia l’intero stile di vita. Oggi la tecnologia ci offre strumenti come gli oggetti connessi (IoT), l’intelligenza artificiale (AI) e genetica per monitorare e analizzare i nostri parametri in tempo reale, consentendoci di personalizzare l’alimentazione in base ai bisogni di ciascuno. Le nuove generazioni potranno fare scelte informate grazie a chatbot e agenti AI che conosceranno le nostre esigenze e gusti, e sapranno suggerire cosa mangiare. In questo contesto il Nutriscore risulta superato. Al contrario, dovremmo focalizzarci sulla personalizzazione della dieta, rendendo la tecnologia un supporto alla scelta, non un’imposizione. La nutrizione personalizzata è infatti una straordinaria opportunità ma può rivelarsi un pericolo se non è bene compresa e regolata.

Il piano etico è carente

Va aggiunto inoltre, il Nutriscore ha conseguenze non intenzionali pericolose sul piano etico, che i suoi promotori tendono a trascurare: limita la libertà dei consumatori imponendo una verità rigida – verde per “salutare”, rosso per “insalubre" – basata su una visione statica della scienza. Così facendo, scoraggia curiosità e apprendimento, invitando i consumatori a seguire passivamente l’etichetta anziché sviluppare una conoscenza critica. La scienza, per sua natura, si fonda su confutazione e falsificazione. È un confronto critico che deve coinvolgere anche il consumatore, per una scelta consapevole. La prospettiva dei sostenitori del Nutriscore richiama quella delle società totalitarie, in cui una verità scientifica è imposta come assoluta per volontà dello Stato. Non a caso, il Nutriscore nasce e si sviluppa in contesti politici più legati all’idealismo hegeliano. E viene sostenuto da espressioni politiche anche opposte tra loro. In una società aperta, è essenziale consentire ai cittadini di decidere, informati, di consumare in eccesso. Il Nutriscore, invece, nega questa libertà, ignora la diversità individuale e spinge le aziende a riformulare i prodotti per conformarsi all’algoritmo, minacciando così la tradizione culinaria e la varietà alimentare. Chi non si adegua potrebbe essere escluso dal mercato, con gravi ripercussioni economiche e sociali. 

Prima di promuoverlo, sarebbe opportuno valutarne le conseguenze e l’effetto di una dieta basata esclusivamente su prodotti “salutari” secondo i suoi criteri. La monotonia alimentare potrebbe portare a carenze nutrizionali serie, mentre illude i consumatori di seguire un regime “sano”. 

L'unica soluzione è la dieta mediterranea

Se il problema dell’obesità è complesso e individuale, la soluzione non può che essere la Dieta Mediterranea. Essa rappresenta non solo un regime alimentare, ma un vero e proprio stile di vita equilibrato e moderato. Mentre il Nutriscore impone una semplificazione, la Dieta Mediterranea promuove equilibrio e consapevolezza, i soli strumenti che possono davvero favorire una società più sana e informata. Non è un caso che l’aumento dell’obesità nell’area mediterranea coincida con l’abbandono di questa dieta. È essenziale promuovere la conoscenza per aiutare i cittadini a costruire il proprio equilibrio. La tecnologia è qui per aiutarci. 

Pietro Paganini, Presidente Competere.eu