Roma

Nella città dei rom in campo Papa Francesco. "Andate a scuola, non parlino male di voi"

Mentre le autorità di Roma Capitale proseguono senza sosta, in vista del Giubileo, le azioni di sgombero forzato delle comunità rom per 'ripulire' la città dai cosiddetti insediamenti informali" Papa Francesco riceve in udienza in Vaticano 5.000 rom provenienti da almeno venti nazioni del mondo a cui ha presentato il primo vescovo gitano, Devprasad Ganava, un presule indiano nominato da Benedetto XVI poche settimane prima delle sue dimissioni. L'occasione il 50esimo della visita di Paolo VI al campo nomadi di Pomezia.

"Cari amici, non date ai mezzi di comunicazione e all’opinione pubblica occasioni per parlare male di voi. Voi stessi siete i protagonisti del vostro presente e del vostro futuro - ha detto Papa Francesco durante l'incontro con i partecipanti al pellegrinaggio del popolo gitano - Come tutti i cittadini, potete contribuire al benessere e al progresso della società rispettandone le leggi, adempiendo ai vostri doveri e integrandovi anche attraverso l’emancipazione delle nuove generazioni. Vedo qui in Aula molti giovani e molti bambini: sono il futuro del vostro popolo ma anche della società in cui vivono. I bambini sono il vostro tesoro più prezioso. La vostra cultura oggi è in fase di mutazione, lo sviluppo tecnologico rende i vostri ragazzi sempre più consapevoli delle proprie potenzialità e della loro dignità, e loro stessi sentono la necessità di lavorare per la promozione umana personale e del vostro popolo. Questo esige che sia loro assicurata un’adeguata scolarizzazione. E questo dovete chiederlo: è un diritto".

"Conosco le difficoltà del vostro popolo. Visitando alcune parrocchie romane, nelle periferie della città, ho avuto modo di sentire i vostri problemi, le vostre inquietudini, e ho constatato che interpellano non soltanto la Chiesa, ma anche le autorità locali. Ho potuto vedere le condizioni precarie in cui vivono molti di voi, dovute alla trascuratezza e alla mancanza di lavoro e dei necessari mezzi di sussistenza. Ciò contrasta col diritto di ogni persona ad una vita dignitosa, a un lavoro dignitoso, all’istruzione e all’assistenza sanitaria. L’ordine morale e quello sociale impongono che ogni essere umano possa godere dei diritti fondamentali e debba rispondere ai propri doveri".
"Su questa base - prosegue il Santo Padre - è possibile costruire una convivenza pacifica, in cui le diverse culture e tradizioni custodiscono i rispettivi valori in atteggiamento non di chiusura e contrapposizione, ma di dialogo e integrazione. Non vogliamo più assistere a tragedie familiari in cui i bambini muoiono di freddo o tra le fiamme, o diventano oggetti in mano a persone depravate, i giovani e le donne sono coinvolti nel traffico di droga o di esseri umani. E questo perché spesso cadiamo nell’indifferenza e nell’incapacità di accettare costumi e modi di vita diversi da noi".