Roma
Il Pd romano “diviso tra bande e con la Shlein sono aumentate le spaccature. Roma in ostaggio”, l'accusa della Lega
Il capogruppo della Lega in Campidoglio Santori: “Le correnti, responsabili della scelta di Roberto Gualtieri si lamentano del loro sindaco”. L'intervento
Il Pd alla guida del Campidoglio è dilaniato dalle diatribe interne delle varie correnti del partito e troppe volte ha fatto mancare il numero legale in Assemblea Capitolina, vanificandone il ruolo e paralizzando di conseguenza l’intera città.
Perfino la nomina del garante per l’infanzia è ferma da mesi nonostante vi sia stata una manifestazione d’interesse e indicazioni chiare sull’importanza della figura nella tutela dei minori, mentre per quelli dei detenuti e del garante degli animali per mesi lo stallo ha lacerato la maggioranza fino alla chiusura dell’accordo che ha visto una vera e propria spartizione tra due delle tante anime democratiche.
Il rituale penoso dei diktat dei capibastone
Le correnti si bloccano sulle scogliere affioranti di invidie e ansie di potere: e saltano le riunioni. Una beffa per la democrazia, un insulto alla città che sta per affrontare con il Giubileo un evento fondamentale. Tempo perso per i consiglieri presenti, tempo perso per impiegati e funzionari, polizia locale, coinvolti nelle operazioni, secondo un rituale penoso che si ripete troppo spesso dovuto in parte alla superficialità in parte dai maldipancia dell’uno o dell’altro consigliere telecomandato dai capo bastoni.
E con la Shlein nulla è mutato
Questa situazione lo scorso anno era diventata insostenibile e neanche dopo l’elezione del nuovo segretario nazionale Schlein si è riuscito a trovare un equilibrio e il Pd ne è uscito ancora più spaccato di prima.
Gli emendamenti del Pd paralizzano l'attività
l numero legale in Aula Giulio Cesare cade anche quando si parla di urbanistica: niente assemblea capitolina da mesi, perché le miriadi di emendamenti scritti dal Pd bloccano tutto, vanno in conflitto e delle note tecniche al piano regolatore di Roma Capitale ormai non se ne parla più, con buona pace delle necessità del territorio, dell'economia e di migliaia di imprese e famiglie.
Dal Consiglio del cibo al Pnrr per finire con gli impianti sportivi: tutto fermo
Lo scontro si è aperto anche sul Consiglio del cibo, contro il rappresentante che è stato indicato direttamente da Elly Schlein. Le consulte vacillano nella disputa della corsa alla poltrona, vuote di rappresentanza e dunque di piena operatività. Gli appetiti delle fazioni Pd non riescono a trovare un accordo neanche sulle opere per il Giubileo e le priorità del Pnrr: assemblee saltate e progetti lumaca, o direttamente mai avviati. Un altro nodo dolente della sinistra che impedisce lo sviluppo della città e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini, è quello degli impianti sportivi: abbandonati nel disaccordo di chi vorrebbe assegnarli ai suoi protetti, con caos perfino sulle tariffe da applicare ai vecchi gestori.
I consiglieri Pd fanno tardi, hanno impegni improrogabili ma tengono stretta la poltrona dalla quale sono capaci solo a rilanciarsi irrevocabili ‘no’ a seconda dell’appartenenza a questa o a quella parte in cui è diviso il partito. Anche per le promozioni in Atac è stata soddisfatta per ora solo una parte, ma il resto pretende la sua fetta e il merito va a farsi friggere mentre il sistema dei trasporti su gomma e in metro è un colabrodo.
E sul Ddl sicurezza neanche una critica al Governo
L’ultima ‘chicca’ della gestione di un potere inteso in una accezione talmente intollerante da vanificare sé stesso, l’abbiamo subita la scorsa settimana: è mancato ancora una volta il numero legale perché il Pd capitolino non è riuscito a mettersi d’accordo nemmeno sul come criticare il governo sul Ddl sicurezza e la mozione presentata dal segmento estremo dello schieramento della sinistra non è stata votata perché ancora una volta in Aula la maggioranza ha fatto cadere il numero legale. Una maggioranza che va avanti a colpi di diktat, il lavoro è paralizzato, la produzione è a zero, le delibere non si votano e l’intera città è ferma.
Le correnti del Pd hanno favorito l'ascesa della Raggi
Non dimentichiamo come la disgrazia delle correnti Pd influì sulla vicenda del sindaco Marino, sfiduciato dal notaio senza nemmeno la trasparenza e il coraggio di mettere al voto la questione in Assemblea Capitolina. Il risultato fu Roma guidata dai grillini.
La maggioranza è allo sbando
Ora le correnti, responsabili della scelta del candidato Roberto Gualtieri (silurato dall’allora premier Draghi), si lamentano del loro sindaco e dell’ormai quotidiano disastro in cui si dibatte la Capitale. Sindacati ed ex amministratori Pd alzano il tiro e chiedono una città diversa? Invece di chiedere un cambio di passo dovrebbero invece farsi un esame di coscienza. Non si governa una città contentando il capobastone di riferimento, il rischio di incompetenza e fallimento è altissimo perché tutto si risolve nella faticosa gestione di questo quel raggruppamento. Una maggioranza in Campidoglio ormai allo sbando. E le conseguenze di questi anni di regolamenti di conti, di incapacità e pressapochismo, li scontano tutti i cittadini: Gualtieri si faccia da parte, ma se proprio ancora non sente abbastanza imbarazzo e vergogna per come è ridotta la città, provi almeno a fare un rimpasto di giunta.
Consigliere segretario dell’Assemblea capitolina e capogruppo Lega Campidoglio