Roma

Il Pd, Salvini e l'amico Di Maio. Roberto Giachetti a ruota libera dà i voti

Digiuno da 28 giorno ma alle prese con cucina e politica, Giachetti show di Titta al 162

di Massimiliano Martinelli

Il Pd tra sciopero della fame e addii, le pagelle di Matteo Salvini e l'amico Luigi Di Maio, Roberto Giachetti, digiuno da 28 giorni, esce vincitore dalla terribile prova di Titta al 162.

 

In uno slalom acrobatico tra tentazioni culinarie e provocazioni politiche, l'ex candidato sindaco di Roma ha proseguito l'ormai tradizionale appuntamento di successo del piccolo ristorante di via Emanuele Filiberto. Si tratta del “Monday Reading”, che già aveva visto protagonisti Gianni Alemanno e Sergio Pirozzi. A Giachetti non toccano però D'annunzio o Guccini, bensì letterature molto meno nobili: i curricula di Salvini e Di Maio. Viso sciupato e corpo segnato dal digiuno, Giachetti scalda la voce profondissima e annuncia, scherzando, prima di iniziare: “Non ci metterò molto”.

Tra il serio e faceto, tra esperienze note e meno note (come la parentesi dei “comunisti padani” di Matteo Salvini), Giachetti realizza il proprio sogno: il doppiatore. Cresciuto tra i Radicali di Pannella, ex verde e rutelliano, Roberto Giachetti esegue davanti ai pochi intimi del locale una performance sulle orme di Gassman, enunciando con enfasi i, pochi, titoli accademici e le, lunghe, carriere politiche dei due.

Le pagelle

Momento clou della serata, dopo la lettura dei curricula, è il Roberto Giachetti versione professore. Conosciuti meglio Di Maio e Salvini, è infatti tempo di tirare le somme e fare delle pagelle: “Vorrei dare per entrambi due voti differenti, per poi fare una media – mette subito in chiaro Giachetti – A Salvini il voto come comunicatore e come leader politico, cinico e “cattivo” è un 8. Un otto che però poi si scontro con il 2 su tutto il resto, quindi la media è 5”. “Per Di Maio invece – prosegue – sono disposto a dare un 7 generale, perché è un giovane che ha deciso di mettersi in gioco con coraggio. Dal punto di vista politico sempre un 2, non è giustificabile che, con il doppio dei voti, il suo partito abbia deciso di essere la ruota di scorta della Lega. La media sarà quindi più bassa, facciamo 4,5”.

In un dialetto romano marcato ma mai volgare o sgradevole, Giachetti si abbandona poi in confessioni più o meno sincere, sicuramente divertite, svelando un rapporto di stima e cordialità con Luigi Di Maio. Una “amicizia” nata tra le segrete stanze della Camera dei Deputati, quando il leader grillino ne era diventato vice presidente. “In privato è più cordiale, l'ho preso in simpatia – ammette Giachetti - Devo dire che è stato bravo a creare gruppo all'interno del Movimento, è molto determinato e molto deciso”.

Il partito. Pd, rinascita e addii

Un rapporto che sicuramente non l'ha reso simpatico a molte persone all'interno del Pd, apostrofate come “rosiconi”, partito con il quale ha quasi da sempre un rapporto ambiguo. “È una vita che sono all'opposizione”, ironizza Giachetti. In minoranza all'interno della fazione renziana, anche oggi il deputato Pd si trova infatti in contrapposizione con il proprio partito. “La commissione di garanzia Dem mi ha fatto sapere che il ruolo di parlamente e quello di consigliere comunale di Roma sono incompatibili, chiendomi di scegliere tra i due ruoli – dichiara Giachetti - Ribadisco che se sarò costretto a scegliere tra il Pd e Roma, sceglierò sempre Roma. Questo non vuol dire che mi dimetto da parlamentare però – precisa ancora – solo che prendo atto della decisione e vorrà dire che mi espelleranno dal Pd”.

Una nota dolente, come d'altronde lo è la tanto agoniata data del congresso di partito per la quale Giachetti digiuna ormai quasi da un mese: “La data per il congresso non c'è, ma in compenso abbiamo già 6 candidati, siamo fatti così – ironizza - Hanno detto entro le elezioni europee (maggio), ed io mi aspetto che per rispetto degli elettori venga annunciato presto. Se continuo così? Si, proseguo lo sciopero”.

Diviso tra ricordi di gioventù, curiosità e attualità, Roberto Giachetti accompagna gli affamati ospiti di Titta al 162 in una serata a suo modo unica, resa ancora più speciale dal divertente binomio piatti golosi-sciopero della fame. “Chiama Martina, vedi se posso smettere”, grida al suo staff vedendo passare un piatto di pasta con broccoli, alici e pecorino. E ancora tentato da fritti, tortino di zucca e tiramisù Giachetti vince la prova di forza con se stesso arrivando a fine serata senza mangiare, ma limitandosi a salutare i presenti.

Una serata divertente e leggera, che consolida lo “stile Titta” e l'ormai noto Monday Reading. Una riapertura scoppiattante che sancisce il ritorno del ristorante dopo la pausa estiva, pronto ad una lunga stagione di accostamenti improbabili e grandi successi.