Roma

Il Pride fa 30 anni: l'evento dei diritti sarà da record a Roma il 15 giugno

Associazioni già al lavoro con la responsabile Lgbtq del Campidoglio Marilena Grassadonia: "Puntiamo al record storico di presenze"

Il Roma Pride tornerà sulle strade della Capitale il prossimo 15 giugno e sarà l'occasione anche per celebrare il trentennale dal primo Pride a Roma del 1994. Un evento che catalizzerà a Roma tutte le associazioni del mondo. Un evento planetario a cui sta lavorando da tempo la resposanbile dell'ufficio Lgbtq di Roma Capitale, Marilena Grassadonia, con le associazioni.

Un punto delicatissimo su cui il Comune non vuole sbagliare: per questo è stato dato il pacchetto chiavi in mano alla bravissima attivista che, in pochi mesi, si è guadagnata i gradi di assessore ombra, gestendo perfettamente un tema delicato e complesso allo stempo come quello dei diriti gay.

Le associazioni

"Il 15 giugno, per questa grande occasione, ci aspettiamo oltre un milione di persone per un Roma Pride che vuole essere memorabile. Sarà un corteo in cui porteremo le nostre istanze, il rumore delle nostre voci e la nostra fierezza - dichiara in una nota Mario Colamarino, presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli e portavoce del Roma Pride - alla nostra città, che vogliamo diventi anche una capitale dei diritti, intendiamo regalare una manifestazione unica, in grado di raccogliere l'energia e l'entusiasmo di chi, giorno per giorno, lotta per non essere discriminato, ignorato e invisibilizzato. Nelle due settimane precedenti la Parata in città si terranno quindi iniziative politiche, culturali, sociali e ludiche completamente gratuite".

Il circolo Mario Mieli

Il Circolo Mario Mieli ricorda inoltre che "il Pride è cambiato più volte in questi lunghi 30 anni e ha contribuito a far evolvere la società, reclamando a gran voce il riconoscimento della dignità e, soprattutto, la libertà di esistere della comunità LGBTQIA+. Alcune vittorie sono arrivate ma la strada da percorrere è ancora lunga: il punto di arrivo è ovviamente la piena equiparazione dei diritti per tutti e tutte".