Roma
Il primato di Tajani. Lui a Bruxelles, Forza Italia a Roma nel disastro
Il no a “Meloni sindaco” di Roma per aver l'appoggio della cancelleria Merkel
Antonio Tajani, il signore delle preferenze della Ciociaria, sale nel gradino più alto del Parlamento Europeo e Forza Italia a Roma e nel Lazio è a un passo dal baratro.
La saga del Cinque Stelle e le guerre intestine del Pd hanno spento i riflettori proprio su Forza Italia, partito uscito dalle Comunali 2016 con un misero 4,2% e che non trova la forza e le idee per uscire da una crisi iniziata con la vicenda del consigliere regionale Franco Fiorito Batman e culminata con le dimissioni di Renata Polverini da Presidente della Regione Lazio. Da quel momento in poi, lo tsunami ha cancellato l'organizzazione territoriale del partito nella Regione, generando un effetto domino nei consensi elettorali.
E il legame con Antonio Tajani? Da sempre considerato uno dei maggiorenti prima di Forza Italia, poi Pdl e ora di nuovo Forza Italia, l'ex monarchico Tajani è da sempre uno dei più votati, un vero acchiappapreferenze, tanto da garantirgli l'elezione sistematica in tutte le tornate e un posto da regista. Ma quando le acque sono iniziate a diventare torbide e tumultuose ha sempre aperto l'ombrello dell'Europa. Come è accaduto con la vicenda di Batman, scatenata dalle denunce di due consiglieri forzisti: Francesco Battistoni e Angela Birindelli che avevano chiesto le dimissioni di Fiorito da capogruppo prima che arrivasse la magistratura. E che faceva Tajani all'epoca? Gli impegni europei lo portavano in Cile o in India, impedendogli di intervenire nel Lazio per evitare la deflagrazione del partito che ha portato addirittura a perdere quello 0,37 per cento di voti che ha ha provocato la pronuncia del Senato per l'estromissione di Berlusconi in base alla legge Severino. Una ad una, le pedine del domino sono venute giù sino a quando l'ultima non ha colpito in pieno l'ex Cavaliere.
Sia chiaro: nessuna responsabilità diretta di Tajani, ma leggendo i nomi dello staff dell'euro-ufficio di via IV Novembre, spunta il nome di Francesco Battistoni che ha trovato un riparo dopo la conclusione della vicenda Fiorito. Ciociaro Tajani, Ciociaro Fiorito e con Battistoni cresciuto nella sua corte, appare incredibile che Tajani non sia riuscito a mettere pace in una lite che ha segnato l'inizio dell'autodistruzione di Forza Italia.
Un po' di eurosilenzio e Tajani ricompare in veste di senatore anziano in occasione delle Comunali della scorsa primavera. Forza Italia è spaccata sulla candidatura di Bertolaso sindaco e Tajani sceglie e fa scegliere Alfio Marchini, forse in chiave antagonista a Giorgia Meloni, la cui alleanza con Matteo Salvini ha messo più volte in imbarazzo Forza Italia a cui la cancelleria tedesca Angela Merkel chiedeva di ripiegare su posizioni più moderate. E Tajani, vecchia volpe, ha evitato bene di schierarsi con Giorgia Meloni.
Per chi ha dubbi sull'effetto domino che ha devastato Forza Italia, ecco una sintesi delle performance elettorali del partito su Roma: Politiche 2013, 29,11%; Regionali 2013, 21,20%; Comunali 2016, 4,2%, da raffrontare con le precedenti Comunali in cui il partito aveva il 19%: solo a Roma ha perso 15 punti ma né il coordinatore del Lazio Claudio Fazzone, tantomeno il regionale Davide Bordoni hanno ammesso il fallimento e fatto un passo indietro. Tutti ancorati a un partito ai minimi termini e pronti a festeggiare il successo dell'amico Antonio Tajani. C'è chi è andato persino a Bruxelles per non perdere l'elezione.