Roma
Il Quadraro e Ostia: è dibattito a Venezia. Al Festival tra post pasoliniani e mignotte
di Patrizio J. Macci
Ci sono due film "romani" di ambientazione popolare al Festival del Cinema di Venezia, due pellicole che dimostrano quanto sia importante la scrittura dell'impianto narrativo, il valore della sceneggiatura.
Il primo "Viva la sposa" dell'attore e regista Ascanio Celestini, autore del soggetto, è ambientato nel coriaceo e verace quartiere del Quadraro. In un mondo post-pasolininano di mignotte, baretti, di persone bloccate nel proprio mondo che sperano in una fuga che non riescono assolutamente a realizzare Ascanio Celestini fa muovere i suoi personaggi come fossero le maschere del suo amato teatro di parola. In questo contesto Celestini fa piombare il nuovo assoluto nella forma di una sposa americana seguita nel suo viaggio in Italia. Le strade, i palazzi, le facce di persone che scivolano sul piano inclinato della quotidianità senza riuscire a opporsi fino a quando non accade qualcosa di nuovo che trascina gli ultimi della società, la maggioranza, in un carosello di poesia. Vanno menzionate le interpretazioni dell'ottimo Salvatore Striano e di Alba Rohrwacher, attrice capace di calarsi in ogni ruolo.
Il secondo è il film postumo "Non essere cattivo" di Claudio Caligari, scomparso quando l'opera era in avanzata fase di montaggio. Il film è riuscito a vedere la luce grazie alla tenacia, l'impegno e la dedizione dell'attore Valerio Mastandrea che si è prodigato nella ricerca di finanziatori quando l'opera era ancora un pugno di fogli e di Caligari si erano perse le tracce. Anche questo film come "Amore Tossico" è ambientato ad Ostia, è qui che il regista mette in scena i suoi protagonisti che hanno abbandonato l'eroina per la coca e (sopratutto) sono schiavi delle pasticche di psicofarmaci e sostanze allucinogene. Il filo rosso è parte da "Amore Tossico", una storia della Capitale vista attraverso il litorale di Ostia come laboratorio in vitro della criminalità, dell'emarginazione e della deriva sociale. Un film lucido che mostra uno spaccato della società negli anni della crescita berlusconiana, del benessere che appiattisce tutto. Protagonisti della storia sono Cesare (Luca Marinelli) e Vittorio (Alessandro Borghi).
Tutte e due le opere sono state oggetto di riflessione e studio, Ascanio Celestini come autore e gli sceneggiatori del film di Caligari Francesca Serafini e Giordano Meacci hanno infatti partecipato agli incontri del Writers Guild Italia, per rimarcare l'importanza della scrittura nella realizzazione di un film.