Roma
Il rogo della Pontina ispira musica e video. Il brano dei condannati
Si presenta così Emilio Stella, autore e protagonista del video ispirato dal caos roghi della via Pontina: "Allora, facciamo un passo indietro, siamo nel cuore dell’estate, è tempo di vacanze, per un attimo dimentichiamo la Pontina e guardiamo il quadro d’insieme. Per organizzare un viaggio oggi è possibile contare su parecchi servizi: ci sono le agenzie, i motori di ricerca, Google Maps, gli aggregatori di hotel, le web review, gli itinerari virtuali e via dicendo, ma, nonostante tutte le diavolerie della modernità, l’atto fondamentale da compiere resta uno e uno soltanto: mettersi in strada e andare, non stiamo troppo a guardare il dove e il “quanto tempo ci impiegherò”. Il principio rimane invariato anche se poi il viaggio in questione non è proprio fatto di spostamenti geografici veri e propri, ma è piuttosto un percorso artistico, una ricerca di musica e parole in grado di disegnare paesaggi ed esperienze: anche in questo particolare specialissimo caso quello che conta è uscire fuori, affrontare la strada, partire".
Ed è esattamente quello che ha fatto il cantautore Emilio Stella, classe ’83, nato e cresciuto alle porte di Roma, in quelle “case popolari” che hanno rappresentato l’inizio della sua avventura musicale e dalle quali è uscito, chitarra in spalla, per raccontare, in un’ipotetica autostrada musicale che connette le periferie con Roma capitale, una porzione di mondo che si nutre di personaggi, situazioni e atmosfere alimentate da un’energia centripeta in grado di rimettere in connessione universi lontani e apparentemente inconciliabili. Chi più adatto di lui per cantare la “Pontina”? È questo infatti il titolo del nuovo singolo lanciato dal cantautore, che in sole 12 ore raggiunge circa 5000 visualizzazioni su youtube. Un crocevia fondamentale all’interno della sua personale mappa creativa: dedicare un brano alla celeberrima arteria regionale che unisce Roma alla parte meridionale della provincia romana e alla provincia di Latina, recentemente più che mai colpita da disastrosi incendi che ne hanno aumentato il già intenso traffico e diminuito la funzionalità, ha un significato artistico ben preciso. Si tratta del canto irriverente di un menestrello moderno che non ha dimenticato la preziosa lezione di Rino Gaetano e che ha saputo trascrivere grazie alle note il desiderio condiviso e umano di raggiungere quella Roma Caput Mundi, simbolo del mondo intero e del cuore dell’esistenza, che troppo spesso, invece di essere accogliente e comprensiva, è ostile e chiusa in sé stessa, soprattutto per chi viene da fuori, per chi è ai margini. Allora il percorso per arrivare sembra interminabile, la notte sempre più scura. Eppure, invece, ogni giorno ancora il “sole si sveglia, scioglie la brina”. Questo nuovo lavoro, così come i prossimi progetti in cantiere, conferma la felici collaborazioni artistiche di Emilio Stella con Er Pinto, esponente del gruppo di poeti urbani “Poeti der Trullo”, sodalizio avviato con la composizione del brano “E io te amo”, e con il noto live club romano “L’Asino che Vola”, fucina di talenti della nuova leva del cantautorato, che sta seguendo e supportando molto da vicino la crescita del cantautore romano.
Emilio Stella registra nel 2011 il suo primo cd, “Panni e scale”, 11 canzoni interamente autoprodotte che disegnano con ruvida grazia frammenti di quotidiano, schegge di vita nei quartieri popolari, il lavoro nei cantieri, gli amori che vanno e vengono, i matti e gli ultimi, la libertà e persino l’aria che respiriamo