Roma
Il Senato dice no al libro su Enzo Tortora: "Niente sala"
Trentatrè anni dopo l'arresto, prosegue il calvario di Enzo Tortora. No del Senato alla sala per il libro Lettere a Francesca
di Patrizio J. Macci
Trentatré anni esatti dopo l'inizio del calvario giudiziario scattato con un arresto mediatico, con le accuse gravissime di essere uno spacciatore di droga e un affiliato della camorra, sfociato poi nella tragica morte per un tumore dovuto alla ingiusta detenzione e allo shock subito, Enzo Tortora muore per la seconda volta. Il Senato ha infatti rifiutato l'utilizzo di una delle sale abitualmente adibite a presentazioni di libri ed eventi in occasione della prima uscita nazionale del volume "Lettere a Francesca" (Pacini Editore), un'antologia di lettere scritte e inviate dal presentatore televisivo durante la detenzione carceraria alla compagna Francesca Scopelliti.
In una lettera presentata alla stampa dalla Scopelliti stessa, presidente della Fondazione Enzo Tortora, si legge il secco rifiuto degli uffici del Presidente del Senato Pietro Grasso. Il diniego ha stupito la Scopelliti e il coordinatore editoriale del volume Vittorio Pezzuto.
La missiva è firmata dalla responsabile della segreteria di Grasso, dottoressa Gabriella Persi e porta la data del 7 giugno scorso. La mancata concessione è giustificata con le seguenti motivazioni:"La proposta non può essere valutata positivamente, non essendo la presentazione del libro collegata alle finalità istituzionali del Senato".
Francesca Scopelliti, che è stata senatrice nelle fila della Lista Pannella, non ha accusato il colpo e ieri 16 giugno vigilia della presentazione ha vergato una risposta al vetriolo. Nel testo si legge innanzitutto una lunga elencazione dei motivi per i quali la cittadina Francesca, a cui sono indirizzate le lettere, ritiene che un libro simile dia una visione sul periodo di carcerazione poi rivelatasi, come da Tortora sostenuto fin dal primo momento, ingiusta e frutto di una montatura e di accuse completamente false pronunciate da soggetti rivelatisi calunniatori.
Quindi proprio per questo il volume deve avere la giusta attenzione di un'istituzione come il Senato. Prosegue sottolineando che il libro "parla di un uomo che, a dispetto di chi lo voleva vittima, si è fatto protagonista di una nobile battaglia per la giustizia, diventando così un grande leader politico in Italia e in Europa".
"Se tutti questi argomenti non rispecchiano 'le finalità istituzionali del Senato', allora mi deve spiegare -conclude l'ex senatrice a Grasso- quali sono e come giustifica tante altre iniziative che hanno invece ottenuto il "sigillo" senatoriale. Naturalmente rispetto la decisione del presidente del Senato ma, mi si perdonerà la franchezza, spero non sia stata dettata più dal suo passato di magistrato che dalla attuale veste di seconda carica istituzionale del paese. Sarebbe -conclude- un'ulteriore ferita per Enzo Tortora".
Il volume alla fine è stato presentato in altro luogo, nella sala del consiglio della Camera di Commercio romana. Nella totale assenza della politica alla presenza di Giuliano Ferrara ed Emma Bonino, che ha rivelato alcuni retroscena inediti sui giorni della "latitanza milanese" di Tortora. Trentatré anni dopo, purtroppo, pare che la profezia pronunciata dal conduttore televisivo si sia avverata: è stata davvero un'illusione.