Roma

Il trionfo dei sensi. I fratelli Preti a confronto a Palazzo Barberini

“Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti”: una mostra a Roma che rivela l'opera dei due fratelli

di Maddalena Scarabottolo

Una mostra d'arte dedicata ai cinque sensi. A Palazzo Barberini arriva “Il trionfo dei sensi. Nuova luce su Mattia e Gregorio Preti”, l'esposizione curata da Alessandro Cosma e Yuri Primarosa che mette in risalto la capacità di lavorare "a quattro mani " dei due fratelli Mattia e Gregorio Preti, in programma alla Galleria Nazionale fino al 16 giugno.

 

Il progetto di ricerca, che ha portato alla realizzazione della mostra, ha lavorato attorno al capolavoro “Allegoria dei cinque sensi” delle Gallerie Nazionali, restaurato per l'occasione da Giuseppe Mantella e grazie al patrocinio dello studio legale Dentos. Un'opera che risale agli anni Quaranta del Seicento e che presenta una tipica immagine di taverna romana dell'epoca caratterizzata da figure come: il vecchio bevitore dalla folta barba bianca, l'oste, la cameriera, il fumatore di pipa e un giocatore. Grazie all'accurata pulitura della tela da polveri, estese ridipinture e dall'invecchiamento delle vernici, ora il capolavoro è tornato a splendere per qualità stilistica. Il restauro ha reso ancora più chiaro come quest'opera sia frutto di un lavoro concertato tra i due fratelli. L'ampio formato orizzontale infatti consentì ai Preti di lavorare contemporaneamente sullo stesso soggetto. Ben identificabili ora le parti relative al lavoro di Gregorio, il maggiore tra i due, contrassegnate da una stesura rapida e abbreviata, mentre le parti realizzate da Mattia appaiono molto puntuali nella resa dei volumi e nei passaggi chiaroscurali. I colori ora fanno rivivere le emozioni dell'epoca, quando l'opera era ammirata nella collezione di Maffeo Barberini Junior: rosso vermiglione, blu lapis e giallo di piombo dirigono l'occhio dello spettatore in una ricca alternanza di particolari. Grazie alla gestione sapiente del colore e alla concentrata sensibilità stilistica, evidente in particolar modo lungo i tratti fisionomici e e sulla morfologia delle mani, lo spettatore viene trasportato all'interno della conversazione. L'opera proprio per questi aspetti appare molto più contemporanea di quanto non lo sia, infatti il tema e la complessa articolazione di personaggi celebrano le gioie e i limiti della conoscenza sensibile alludendo attraverso i gesti alle facoltà dettate dai cinque sensi. Il quadro, per la presenza di Eraclito che piange e Democrito che ride, mette in guardia lo spettatore interessato invitandolo a giudicare con razionalità i piaceri derivanti da queste esperienze puramente passionali e sensoriali e a trovare un equilibrio.

La mostra è stata arricchita da altre undici opere che illustrano questa particolarità dei fratelli Preti, ovvero quella di lavorare a quattro mani. Tra le opere più significative esposte si annoverano: Concerto con scena di buona ventura, Cristo davanti a Pilato e il Cristo che guarisce l'idropico. Nei vari capolavori è interessante constatare la diversità di espressione tra il fratello maggiore e quello minore: Gregorio è molto accademico e in alcuni frangenti anche più sommario, mentre Mattia mostra un'attenzione talentuosa verso il mondo caravaggesco presentando comunque delle suggestioni filtrate dalla pittura più contemporanea di Guercino e Lanfranco.