Roma

Il volto del commissario di polizia. Per ora studia e posa come fotomodella

Ventidue anni, ex romana de' Roma, ora trapiantata fuori città ", perché ai miei genitori piace la campagna"; modella per gioco dal penultimo anno del liceo, ma anche un titolo come Miss Gran Prix. Studia Giurisprudenza alla Niccolò Cusano con una media "che se sottraggo un solo esame è di 28", Flavia Falasca è l'esempio di come una giovane possa avere le idee chiare. Altro che beata gioventù e beata incoscienza. Testa quadra e piegata sui libri, Flavia posa "nei piccoli e grandi spazi che si liberano, per arricchire il portfolio, per pubblicità e se c'è tempo anche come hostess, oppure ombrellina".
Gran chiacchierona ha le idee chiarissime su tutto - a partire dagli uomini e dal concetto di bellezza - tranne che sul suo futuro che descrive come "poliedrico" per via del suo transito facile dall'iperattività alla noia, che l'ha portata a sognare un futuro da commissario di polizia ma anche sognare di guadagnarsi da vivere con la scrittura.
Sul mondo delle fotomodelle ha una teoria tutta sua che allontana l'immagine e il corpo nel senso estetico-materiale e punta al mercato: "Il mio volto è come un brand, io sono una modella che è un marchio e come tale va trattata".

Occhi verdi profondi e intensi, capacità di interpretare se stessa e altre mille immagini, Flavia Falasca ha anche per la bellezza una teoria che trae radici dal "classicismo: "Io bella? Lo dicono tutti ma le foto a volte possono ingannare, perché il mio segreto è la proporzione delle misure. Non sono né altissima, né magrissima però sono equilibrata". Un po' meno con gli uomini, almeno a sentire i suoi racconti: "I belloni non mi sono mai piaciuti e da tempo ho messo una croce su quei maschietti che fanno i giochetti. Io vorrei un uomo che si impegni che mi cerchi sempre e che mi renda partecipe della sua vita. E in giro non c'è molto: mancano le basi, manca la galanteria".
Tanto per cambiare il suo portfolio contiene piccoli capolavori firmati dal "maestro" Alex Comaschi dei quali va orgogliosa (tutti da vedere, ndr) e una serie di altri lavori che danno luce a tutto ciò che la circonda, sempre seguendo il concetto di "modella come brand" invece di modella come icona della bellezza.
Infine la sfida: "Cara Flavia, visto che lei vuole scrivere, si faccia un titolo a questo articolo. E visto che va in Rete, possibilmente Seo". Arriva come un lampo: "Flavia, il volto del commissario, per ora studia e posa come fotomodella". Approvato, sarà pubblicato.