Roma

Ilaria Sula, 5 ore di interrogatorio per l'ex fidanzato: "Non ho premeditato l'assassinio"

Al Gip Mark Samson racconta l'ultima notte con Ilaria. Negata la premeditazione e silenzio sui genitori: “Ho fatto tutto da solo”

di Redazione Roma

Ilaria Sula: 3 coltellate alla gola dopo l'ultima notte con Mark. La loro relazione era finita e l'ha uccisa

Tre coltellate al collo fatali e uno shock emorragico: così è morta Ilaria Sula, la studentessa ternana uccisa dal fidanzato Mark Antony Samson, reo confesso. Tra i due una relazione finita, culminata nell'addio, e poche ore dopo nel delitto.

L'ultima notte insieme il 25 e all'alba del 26 l'ha uccisa

A ricostruire cosa è accaduto tra il 25 e il 26 marzo è il giovane filippino nel corso di un lunghissimo interrogatorio di convalida del fermo nel carcere di Regina Coeli. Secondo le indiscrezioni, Mark Antony Samson, ha fatto piena luce su quanto accaduto. Al Gip avrebbe raccontato che, finita una relazione durata pochi mesi, Ilaria sarebbe andata a casa sua al Quartiere Africano la sera del 25 per restituirgli alcuni oggetti personali, tra cui alcuni vestiti. Vista l'ora tarda, avrebbe deciso di fermarsi a dormire da lui, per evitare di rientrare nella casa del quartiere San Lorenzo con i mezzi pubblici.

L'ha uccisa e poi ha pulito il sangue dalla stanza

La furia omicida sarebbe scattata nelle prime ore di mercoledì 26, culminata con il coltello affondato per 3 volte consecutive nel collo della ragazza. Poi Mark avrebbe ripulito la pozza di sangue all'interno della stanza e avrebbe infilato il corpo di Ilaria in una busta nera, poi in una valigia, quindi l'avrebbe caricata in auto e portato il cadavere a Poli per gettarlo dal dirupo.

Il movente: "Un messaggio di un altro ragazzo arrivato sul telefonino"

Sarebbe stato un messaggio di un altro ragazzo arrivato sul telefono di Ilaria Sula al mattino a portare Mark Antony Samson, sempre secondo la versione fornita nel corso dell’interrogatorio, ad aggredire a coltellate al collo la giovane studentessa. Coltello, che a detta del giovane, aveva portato nella camera dell’appartamento di via Homs, dove la ragazza aveva trascorso la notte, per la colazione. Arma che sarebbe stata poi gettata, insieme a un sacco con il tappeto e gli stracci utilizzati per ripulire la camera, in un cassonetto del quartiere africano e non ritrovata così come il cellulare della vittima

Al Gip: "Ho fatto tutto da solo". Sui genitori il silenzio

Secondo la sua deposizione, tutte le “operazioni”, dalla pulizia della stanza, sino al tentativo di nascondere in montagna il cadavere, le avrebbe compiute dal solo. Sulla possibilità che i genitori si fossero accorti di quanto era accaduto, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Più volte ha ripetuto che il gesto non era premeditato.