Roma
Impresa al femminile, Falcetta a Draghi: “Agevolare le donne imprenditrici"
La Fondatrice di Women of Change Italia: “Se fossi all’Esecutivo? Investirei in cultura e agevolerei le donne capo”
di Francesca Barbato
Anita Falcetta, Fondatrice di Women of Change Italia e Co Founder di Mokamusic, rappresenta un esempio di storia d’impresa di successo tutta al femminile. L'imprenditrice che vive a Roma è capo di due realtà differenti (una dedicata alla produzione musicale e un network per donne) ma entrambe con un unico obiettivo: fare squadra.
Inserita da StartUp Italia come una delle donne più influenti in Italia in tema di empowerment femminile l'imprenditrice lancia un appello: “Agevolare le donne che vogliono fare impresa e che accedono ai fondi, snellendo il processo”.
Cos’è Women of Change Italia e in che cosa si distingue dalle altre organizzazioni o network al femminile?
Tengo moltissimo a sottolineare l’origine italiana di Women of Change che poi è diventata associazione perché vorrei portare anche a livello internazionale il progetto. Io vengo dal marketing e dalle analisi di mercato. A dicembre 2019, prima che i media fossero invasi dalla dinamica della pandemia, vedevo che sui social si parlava di empowerment femminile in Italia (io sono una femminista di nuova generazione), ma non riscontravo sul campo questo empowerment, vedevo anzi attrito. Da qui nasce l’idea di Women of Change Italia. Il progetto nasce per fare il punto della situazione e rispondere a una domanda: "Noi donne siamo in grado di fare gioco di squadra?" Questo ci differenzia perché noi sicuramente parliamo di violenza di genere, ma lo facciamo con la logica di fare gruppo.
Uno dei motti di Women of Change Italia è infatti proprio quello di “fare squadra”. A proposito di fare squadra, lei è anche co founder di Moka Music. I due progetti hanno fatto squadra fra di loro? Cosa c’è di Women of Change in Mokamusic e viceversa?
Si, ovviamente Women of Change Italia è diventato anche un business network quindi facciamo progetti a supporto delle donne con diverse realtà. L’obiettivo è stato ed è quello di fare matching fra terzo settore, università e imprese. Così come abbiamo fatto progetti, per esempio con Autostrade per l’Italia e università italiane dando borse di studio per ragazze studentesse afgane accolte a studiare nel nostro paese, anche con Mokamusic, essendo in casa, abbiamo realizzato diversi progetti. Cerchiamo di fare matching fra le varie realtà. Fra le varie iniziative realizzate in squadra con Mokamusic vi è il progetto che riguarda Gaia Bitocchi. Gaia è una studentessa di 16 anni che ha scritto una canzone, “Briciola”, contro la violenza di genere fra giovani e abbiamo deciso di utilizzare la figura di Gaia come emblema di una campagna di sensibilizzazione rivolta agli studenti e adolescenti perché stiamo seguendo il fenomeno della violenza di genere fra adolescenti. Grazie all’aiuto dei compositori musicali, Mokamusic produrrà una nuova versione del brano della studentessa e questo è solo un esempio di progetti condivisi. Mokamusic ha partecipato in maniera sempre no profit anche alla campagna di Women of Change #Stoprobbingwomen che è una campagna contro il gender gap salariale.
Lei è stata eletta nella classifica di Start Up Italia come una delle donne che sta cambiando il nostro paese dal punto di vista dell'empowerment femminile. Se fosse nell’Esecutivo in quali settore interverrebbe per dare un sostegno alle donne?
Sicuramente interverrei a livello d’impresa. Nell’ultimo periodo sono state create tante norme sebbene le normative come le convenzioni di Instanbul (contro la violenza domestica), ma stentano a essere applicate nella loro totalità. Dal 19 maggio scorso quando la regione Lazio per la prima volta e come prima regione italiana ha legiferato in materia di gender gap e poi ci sono state delle leggi che hanno regolamentato il mondo dell’impresa. Per esempio ogni due anni le aziende con almeno 50 dipendenti dovranno riportare le retribuzioni e i premi riconosciuti ai lavoratori dei due sessi. Una certificazione di parità di genere, attribuita alle aziende con più di 50 dipendenti.
Sempre nell’ottica di gioco di squadra insieme a due amiche imprenditrici, Simonetta De Luca Musella (si occupa di certificazione di sostenibilità ambientale e sistemi di gestione integrati per le aziende) e Rosella Scalone (ideatrice di chatbot contro la violenza di genere #Nonpossoparlare), abbiamo visto che a livello governativo è stata fatta una legge sulla certificazione energetica delle aziende e abbiamo deciso di metterci insieme e di aiutare le aziende nel progetto di certificazione.
Il gender gap esiste ancora in Italia?
Bisogna continuare a parlare del gender gap perché ci sono ancora poche posizioni apicali guidate dalle donne. Non è che se c’è stata una legge ora è tutto automatico e si è risolto il problema, bisogna fare cultura all’interno delle aziende anche nei confronti delle donne. Nelle aziende spesso molte donne in mancanza di un adeguato numero di posizioni disponibili si fanno la guerra fra di loro. Dobbiamo scardinare queste dinamiche. Nella stanza dei bottoni cercherei di entrare all’interno della formazione e potenzierei gli interventi nella scuola: da lì bisogna ripartire. Un altro aspetto che seguirei, se fossi nell’esecutivo ,è quello di dare i finanziamenti alle imprese. Ci sono già tante donne imprenditrici che vorrebbero creare la loro impresa, ma hanno difficoltà a ottenere i fondi e le prassi per accedere sono troppo fumose. A noi donne devono dare i soldi per gestire i nostri business.
Donne e impresa, è una strada possibile da percorrere in Italia nel 2022?
Ci sono già molte donne imprenditrici. Nikola Tesla nel 1926 venne intervistato e il titolo del pezzo recitava così: “Quando una donna è il capo”. Lui non solo aveva previsto delle innovazioni importantissime, ma aveva parlato di leadership femminile. Le leadership esiste ed esistono le donne boss, ma è necessario trovare lo spazio per farle emergere. Io ho visto proliferare all’interno di aziende dalla finanza alle agenzie delle figure di donne messe in posizione di comando, ma se ti confronti con le donne vedi ancora un sistema patriarcale. La superazione del gender gap spesso è solo apparente. Non deve diventare solo un fenomeno di marketing, non solo un trend topic. Basta con questo schema patriarcale. Abbiamo ancora tanto lavoro da fare e si può fare facendo sistema con le altre donne. Non solo presenzialismo, ma fare. Fare progetti insieme ad altre signore, a me interessa fare cultura nelle scuole.