Roma

Improvisazione e incapacità. Affondati da un funerale cafone

Quando si dice che la politica richiede professionalità, esperienza, sensibilità, alcuni ritengono che queste doti possano appartenere a chiunque voglia cimentarsi con la gestione della cosa pubblica.
Da questa considerazione, ormai, è invalso affidare responsabilità istituzionali a medici, imprenditori, magistrati, professori universitari con risultati spesso,se proprio non sempre,deludenti per la collettività.

Lasciando da parte la ormai arcinota disastrosa gestione del Medico Marino nella veste di Sindaco (?) della nostra Capitale, prendiamo, come esempio, l'ultima esternazione del Magistrato Sabella, oggi Assesore in Campidoglio: "Non si interrompono le vacanze per un funerale cafone".
Ecco: si dimostra così la incapacità di comprendere che le critiche allo svolgimento di quel "funerale cafone" non sono dirette all'aspetto estetico dell'evento in questione ma esprimono una legittima preoccupazione sull'inerzia delle istituzioni difronte ad un simbolico gesto di sfida degli orfani del "Padre" Casamonica nei confronti della societa' romana.In maniea pomposamente rozza si e' voluto riaffermare la potenza della famiglia nella gestione del territori cittadino controllato capilarmente per interessi non sempre limpidi.

Altro che "Funerale Cafone". L'evento avrebbe dovuto essere fermato prima per il suo messaggio in stile "mafioso" e,comunque,non sottovalutato per giustificare la mancata interruzione delle proprie vacanze.
Non avere questa sensibilità di comprendere il significato di tutto ciò che accade, impedisce la possibilità di prevenirne gli effetti negativi coneguenziali.

Ma tutto quello che accade a Roma, come ha detto Renzi,non è affare suo. Pertanto "finchè la barca va, lasciala andare". Il problema è che ormai la barca capitolina e incastrata sugli scogli con falle che la stanno facendo affondare inesorabilmente,grazie alla incapacita' del suo improvvisato Comandante.
Che tristezza!

Potito Salatto, Vice Presidente Popolari per l'Italia