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Roma
In pensione 1500 medici nei prossimi 5 anni: la sanità di base al collasso

I medici di famiglia lanciano l’allarme: nel Lazio nei prossimi 5 anni andranno in pensione oltre 1500 medici ed i nuovi ingressi programmati sono solo 500. Mancano all’appello 1000 medici e questo rischia di ridurre la sanità territoriale ad una coperta tarlata, piena di buchi.

Secondo i dati Enpam, l'ente pensionistico della categoria, entro la fine del 2021 emigreranno complessivamente verso la pensione 1340 medici di medicina generale, 127 pediatri e 89 medici di continuità assistenziale (guardia medica): tanti sono quelli che raggiungeranno il limite di età di 70 anni. In questi numeri sono compresi i 179 che si sono messi a riposo nel 2016 portando il totale a 1556 uscite.

Di fronte a questo esodo i rimpiazzi sono poca cosa: in sei anni considerando dunque anche il 2016 entreranno nei ranghi della professione 500 giovani medici specializzati. Uno scompenso enorme tra entrate e uscite che rischia di lasciare senza medico di famiglia nel prossimo futuro, un milione e mezzo di cittadini del Lazio. Un paradosso considerato visto che tutti i programmi ministeriali e regionali puntano a potenziare la sanità territoriale come leva strategica per continuare a garantire il carattere universalistico del nostro sistema sanitario. Il tema ha carattere nazionale tanto che nei giorni scorsi anche la Fimmg Lombardia ha lanciato lo stesso sos.

“Occorre mettere a punto contromisure immediate ed efficaci”, dice Pierluigi Bartoletti segretario Fimmg Roma e vice segretario nazionale. “Questo significa che la questione della gobba pensionistica sarà uno dei temi centrali del prossimo rinnovo della convenzione a livello regionale come a quello nazionale. Va razionalizzata la graduatoria esistente e va aumentato il numero dei posti per la specializzazione triennale, che sono i due punti critici del problema che abbiamo di fronte”.

La graduatoria regionale dove sono iscritti i medici del Lazio che hanno superato i tre anni di specializzazione è il brogliaccio unico dove si pescano i nomi per coprire le zone carenti ma non è aggiornato da anni, contiene anche i nominativi di chi già lavora, tanto che spesso non ci sono candidature sufficienti a coprire le richieste. L’altra grande criticità è costituita dal fatto che i posti di specializzazione ogni anno disponibili, ed è cosi da decenni, sono solo 80.
Il corso triennale che si è concluso nel 2016, per esempio, ne ha abilitati solo 70 a fronte, come abbiamo detto, di 179 uscite. E’ evidente che, secondo la Fimmg, i posti per il Corso vadano aumentati in modo consistente se non raddoppiati.

Considerato che per i medici di famiglia è in atto negli ultimi anni un incremento del carico di lavoro quotidiano che ormai ha raggiunto, se non superato, il livello di guardia, occorre varare un ventaglio di azioni capace di disinnescare i pericoli derivati dalla “gobba” pensionistica.

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