Roma
In scena "Diario licenzioso di una cameriera", piece che riflette la società
Gianni De Feo e Giovanna Lombardi in scena con “Diario licenzioso di una cameriera”, piece che riflette sulla nostra società
Dall'11 al 13 novembre al teatro Teatrosophia va in scena “Diario licenzioso di una cameriera”, la piece teatrale scritta di Mario Moretti. La piece è stata adattata e diretta Gianni De Feo e ha Giovanna Lombardi come attrice protagonista.
L'opera è tratta dal romanzo “Journal d'un femme de chambre”, scritto da Octave Mirbeau.
Lo spettacolo
La storia è ambientata nella Parigi del primo novecento. Nello scenario della Belle Epoque parigina, Célestine, una cameriera, comincia a lavorare per una famiglia borghese in una villa di periferia, osservando la decadenza e la depravazione della classe borghese, con i suoi vizi e le sue stranezze. Usando un tono intimo e mai volgare, la protagonista racconta al pubblico tutto ciò a cui ha assistito e racconta anche di come ha saputo sfruttare a sua volta questo mondo. Una denuncia delicata dei soprusi, delle ipocrisie e delle violenze del suo tempo. “La depravazione dei ricchi - dice la protagonista durante lo spettacolo - puzza più del fetore dei poveri”.
La protagonista
“Célestine filtra con cocchio clinico la sporcizia interiore della ricca borghesia - spiega Giovanna Lombardi, l’attrice che interpreta la protagonista - svolgendo un’azione catartica verso la bassezza umana e verso i ‘contenitori di ingordigie e secreti appetiti’ dei suoi padroni. Tutto è segreto, nascosto, ambiguo, clandestino. Célestine, lei sola, è pura come un diamante, che riflette l’unica luce di verità e racchiude i mille riflessi del prisma senza colori ”. Il personaggio di Célestine rappresenta quindi una donna fragile ma coraggiosa, che si fa narratrice dell'epoca in cui vive.
“L'ambientezione? Rispecchia la nostra società contemporanea”
Uno scenario, quello descritto nell'opera, più contemporaneo di quanto si creda. E infatti l'adattamento di Gianni De Feo, pur non distaccandosi dall'ambientazione del primo novecento, sconfina anche nelle ombre della società contemporanea. “Ho rivisitato il romanzo di Octave Mirbeau cercando di rimanere fedele al gusto e alle atmosfere del secolo in cui l’originale è ambientato - ha spiegato il regista De Feo - ma la tentazione di scavalcare i limiti temporali prende il sopravvento, come sempre nel mio caso, fino a sperimentare nelle sonorità e nelle scelte musicali, così come nei tratti dei costumi, differenti possibilità teatrali”.