Roma

In soli tre anni 34 mila posti di lavoro. Baccini: "Riscatto Italia con l'autoimpresa"

di Claudio Roma

Lo scorso fine settimana l’Ente Nazionale ha presentato nel Padiglione Italia di Expo, il suo rapporto annuale nel convegno Agricoltura sociale e microcredito. Presidente Mario Baccini: dai dati emerge una fotografia interessante di un’Italia che vuole riscattarsi attraverso l’autoimpresa. E' così?
"Il quarto Rapporto realizzato proprio dall’Ente nazionale per il Microcredito ha delineato l’efficacia della via italiana al microcredito, studiata dall’Ente, rappresentata da un modello virtuoso che favorisce sia l’inclusione finanziaria, sia lo sviluppo dal basso di progetti di auto impiego e mini imprenditorialità. Lo strumento del microcredito diventa così una leva importante per contribuire a riavviare il volano dello sviluppo economico e dell’occupazione. Pensi che, in virtù del monitoraggio eseguito dall’Ente, abbiamo rilevato che in Italia negli ultimi tre anni sono stati 34mila i posti di lavoro prodotti e che il microcredito sviluppa un fattore esponenziale di occupazione di 2,43 per ogni concessione. In Italia, negli ultimi tre anni, sono stati 22.600 gli utenti del microcredito, suddivisi tra una maggioranza (63%) che ha ottenuto un prestito socio-assistenziale ed una minoranza (37%) che ha conseguito un sostegno finalizzato all’impiego. Negli stessi tre anni assommano a oltre 223 milioni di euro le risorse complessivamente anticipate a tali utenti, destinate per il 70% alla creazione di lavoro e per il restante 30% volte a coprire bisogni socio-assistenziali".
Il microcredito si è rivelato uno strumento di finanza alternativa che ha prodotto in tre anni 34mila posti di lavoro in Italia, Baccini, come interagisce  il vostro Ente all’interno del Sistema Paese?
“L’Enm è divenuta una risorsa fondamentale. È uno strumento importante di cui lo Stato, attraverso il Parlamento ed il Governo, si è dotato per dare una risposta alle persone escluse dal credito che, in questi ultimi anni, sono diventati molto numerosi nel nostro Paese. L’Ente Nazionale per il Microcredito assolve alla delicata funzione di sostenere i soggetti che vogliono accedere ai programmi di microcredito o al fondo nazionale di garanzia fornendo innanzitutto una corretta informazione ma soprattutto svolgendo quel delicato compito di fornire i servizi ausiliari, dall’accompagnamento alla formazione, che permettono di abbattere il default dell’azienda e creare imprese vincenti. È proprio questa la differenza tra il credito tradizionale e il prestito del microcredito. L’Ente nazionale sta lavorando per far comprendere che la differenza tra microcredito e piccolo prestito ordinario è essenziale. Questa differenza è sostanziale perché il microcredito è uno strumento di grande forza e potenzialità e grazie ai servizi aggiuntivi si può ottenere un default bassissimo, sviluppando una coscienza, una presa d’atto dell’economia sociale di mercato che si manifesta nella sua vera forza proprio attraverso questa attività di micro finanza".
A chi si rivolge il Microcredito?
"È uno strumento per tutti coloro che vogliono fare impresa, o nel caso del microcredito sociale per chi ha necessità di sostenere spese di menàge familiare. Sostanzialmente però va tenuto presente che il microcredito non è un piccolo prestito, né un prestito a fondo perduto. È un’alternativa per coloro che non hanno garanzie reali ma che attraverso una progettualità e l’accompagnamento tecnico possono risolvere le proprie necessità. L’ultimo miglio da percorrere in un percorso verso la realizzazione di un progetto è il sostegno tecnico, che per gli alti costi e la difficoltà nell’essere erogato è stato affidato all’Ente che ne garantisce la fattibilità".
Welfare e microcredito, quale connubio?
"Il microcredito ha una funzione di welfare fondamentale: nel senso che noi risolviamo il problema in termini di benefici per la persona e di costo per lo Stato, considerando che il potenziale beneficiario sarebbe al massimo predisposto a fare un lavoro nero senza l’accesso al credito ufficiale, magari a delinquere, o a dover essere iscritta ai servizi sociali del Paese, ma sarebbe in ogni caso un costo sociale per l’erario".
Torniamo a Expò. Agricoltura sociale e fattorie sociali quale connubio?
"Il microcredito si occupa di agricoltura e microimprese ed è uno strumento utile a sostenere quelle aziende che nel loro dna hanno scritto un impegno per lo sviluppo della persona e delle sue potenzialità. Un progetto pilota che l’Ente ha già sviluppato in provincia di Viterbo con la fondazione Risorsa Donna e Carivit affronta proprio il tema dell’agricoltura sociale e si chiama Buona Terra. Oggi con la nuova legge che porta la Firma del Senatore Andrea Olivero e con la realizzazione di questo primo incontro sul tema ad Expo, sono convinto che il microcredito possa essere uno strumento molto efficace per la diffusione di aziende costruite secondo le norme dell’Agricoltura sociale, così come ci sono progetti che riguardano la partnership con la rete delle Fattorie Sociali".
Papa Francesco e prima di Lui Benedetto XVI hanno sostenuto il microcredito quale strumento di economia sociale, quale definizione darebbe?
"Il recupero del patrimonio umano è lo scopo del microcredito, attraverso questo strumento si rimettono al centro dell'agenda politica ed economica, la persona e le sue necessità ma anche lo sviluppo economico per questa sinergia d’intenti si sviluppa un percorso comune tra diverse realtà dello Stato che possono e devono interagire a vantaggio dei più deboli, degli esclusi per raggiungere i millennium goals e, come recita lo slogan di Expo Nutrire il pianeta e tutti i suoi abitanti, restituendo loro prima di tutto dignità e credibilità".