Roma

In volo con l'acqua giù per 165 metri. Le cascate dei record a due passi da Roma

In centinaia arrivano ogni giorno sulla cima della cascata più alta d’Europa, uno spettacolo naturalistico che fa di Papigno in provincia di Terni, uno dei posti più esclusivi d’Italia. A solo un’ora e mezza da Roma la forza impetuosa dell’acqua da origine ad un salto di 165 metri che attrae gli appassionati di rafting, hydrospeed, torrentismo, attività sportive etichettate come “estreme”o “no limits” ma che qui trovano un contesto in cui viverle con il massimo della sicurezza.

La visita della Cascata è un’esperienza esaltante specie tramite i sentieri pedonali attrezzati da prima realizzati nel 1997 dal Centro Rafting le Marmore, con fondi del Comune di Terni, e poi notevolmente migliorati dalla Comunità Montana con fondi europei. I sentieri partono dal Belvedere Inferiore e consentono di ammirarla in modo veramente particolare. Recentemente è stato completamente ristrutturato il percorso che unisce il Belvedere Inferiore con il Belvedere Superiore ( della Specola). Durante la salita è d’obbligo la vista della Cascata dal Belvedere degli Innamorati; una terrazza avvolta dalla nube d’acqua della Cascata che si raggiunge attraverso una galleria pedonale scavata nella roccia.

La Cascata delle Marmore non è opera della natura ma è nata artificialmente: in origine il fiume Velino confluiva naturalmente nel fiume Nera precipitando in più punti lungo il costone di roccia dell’attuale frazione di Marmore. Ma con il passare dei millenni numerosi depositi di roccia calcarea si andarono a depositare proprio in quest’area costituendo una barriera al normale deflusso delle acque, specie in periodi di piena, determinando lo straripamento del fiume a monte con conseguente impaludamento di ampie aree della pianura reatina.
Per oltre 25 anni la Cascata delle Marmore rimase completamente chiusa con conseguenze gravi sull’equilibrio idrogeologico della rupe della Cascata e dell’ecosistema del fiume Nera sottostante. Finalmente nel 1954 tra Provincia di Terni e l’ente gestore degli impianti si concordò un’apertura annuale di 770 ore recentemente ampliata a 1070 ore per venire incontro alle necessità turistiche di Terni facendo tornare in vita questa meraviglia della natura che in tre salti precipita di ben 165 metri.