Roma
Incendio a Rebibbia: detenuto dà fuoco alla cella. Sindacati in rivolta
Non c'è stato alcun intossicato tra il personale e i detenuti: gli altri detenuti presenti in sezione sono stati inviati ai passeggi in attesa che il fumo si di
Un incendio è divampato lunedì nel carcere di Rebibbia quando un detenuto ha dato fuoco alla propria cella: a bruciare il materasso e qualche suppellettile. Non c'è stato alcun intossicato tra il personale e i detenuti: gli altri detenuti presenti in sezione sono stati inviati ai passeggi in attesa che il fumo si dileguasse. Il tutto è durato circa un quarto d'ora. Ora il detenuto in questione è sorvegliato a vista al reparto G6.
A riferire i fatti è Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del sindacato di Polizia penitenziaria Sappe: “Ieri, nel reparto G12 di Rebibbia, un detenuto disabile, che aveva già creato problemi in tutti gli altri reparti del penitenziario, ha appiccato un incendio alla sua cella, intossicando l'intera sezione. Per tale motivo - racconta il sindacalista in una nota - sono stati evacuati nel cortile passeggi circa 20 detenuti in isolamento precauzionale Covid-19. Il detenuto in questione, in poco tempo, ha collezionato una serie di gravi eventi critici, tutti segnalati al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria per un trasferimento ma continua a permanere inspiegabilmente a Rebibbia. Nessun detenuto o poliziotto intossicato, per fortuna, ma per spegnere il fuoco sono stati necessari 2 estintori e l'utilizzo massivo della manichetta".
Il Sappe ribadisce ancora una volta che "l'attuale situazione in cui versa il carcere di Rebibbia a Roma è preoccupante e indispensabile appare un intervento dei competenti uffici dipartimentali atto a ristabilire un clima di serenità tra gli operatori scomparso da tempo”.
Anche Donato Capece, segretario generale del sindacato, evidenzia come nel carcere di Rebibbia si siano vissuti “momenti di grande tensione e pericolo, gestiti con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari in servizio nel carcere. Quanto accaduto nel carcere di Rebibbia è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti, ma è evidente che l’Amministrazione penitenziaria deve trovare serie e urgenti soluzioni alla grave situazione riferita all’organico del reparto di Polizia penitenziaria del carcere di Rebibbia”.