Roma
Incendio Ciociaria, le fiamme minacciano il Parco Nazionale: la causa è l'uomo
Il rogo va avanti da 5 giorni. Bruciati ettari di vegetazione in Val Comino, nell'area contigua del Parco
Paura per il Parco Nazionale di Abruzzo Lazio e Molise. Sono ormai 5 giorni che la Ciociaria brucia: il vasto incendio sta divorando la vegetazione e gli ambienti naturali in Val di Comino, tra i comuni di Alvito e San Donato Val Comino, proprio nell'area contigua del Parco Nazionale. E dietro il rogo c'è la mano dell'uomo
“Le fiamme quasi sicuramente di natura dolosa – fa sapere l’Ente Parco – sono divampate nei pressi di Alvito, localitè Fontanelle”. L’incendio si è comunque propagato verso le pendici sotto la Serra del Re, nonostante gli interventi di Protezione civile, Vigili del fuoco insieme ai Guardiaparco e i Carabinieri Forestali del Parco.
Gli interventi per spegnere le fiamme
È una corsa contro il tempo e la natura, perché le fiamme sono alimentate dalle alte temperature e dal vento che nelle ore più calde risale i pendii montuosi. Già andati in fumo ettari di vegetazione: dalle prime stime si pensa che siano bruciati almeno 60 ettari, ma per avere un dato certo bisognerà attendere che i soccorsi spengano le fiamme. Poi si farà la conta dei danni. Al momento, fa sapere l’Ente Parco, è “quasi impossibile ogni intervento da terra a causa della vegetazione fitta e delle fiamme a livello delle chiome degli alberi”. Incessante il lavoro dei mezzi aerei, che martedì 4 luglio ha visto l’intervento di 3 canadair e 2 elicotteri regionali. Mercoledì invece sono intervenuti 25 unità tra Protezione Civile della Regione Abruzzo, unitamente a Guardiaparco e Carabinieri Forestali del Pnalm.
Intanto c'è allarme in tutto il territorio per prevenire ulteriori episodi analoghi. Il Parco Nazionale perciò ha raccomandato di "evitare di accendere ogni e qualunque tipologia di fuoco al di fuori delle aree attrezzate e appositamente munite di sistemi per l’estinzione immediata". Questa èun'altra "tragica storia di boschi bruciati e ambiente distrutto a causa dell’uomo", conclude l'Ente.