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Roma
“Indagare su un teatro è attacco alla cultura”, Barbareschi contro i giudici

Inchiesta sui fondi al Teatro Eliseo di Roma, rinviato a giudizio il direttore artistico Luca Barbareschi. Con lui a processo anche altre due persone. L'attore ed ex deputato si dichiara innocente e si scaglia contro i giudici: “L'Eliseo crollerà. Chiuderemo. I magistrati oltre a chiudere l'Ilva chiudono anche la cultura”.

 

Luca Barbareschi, l'ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio sono accusati di traffico di influenze illecite dalla Procura di Roma. A processo con loro andrà anche Luigi Tivelli, che con Monorchio si sarebbe mosso per far inserire nella finanziaria del 2017 quattro milioni di euro a favore del teatro diretto dall'attore. In cambio della sua attività di lobbing, Tivelli, secondo l'accusa del pm Antonio Clemente, avrebbe ottenuto la promessa di ricevere 70mila euro.

“L'Eliseo crollerà. Chiuderemo. I magistrati oltre a chiudere l'Ilva chiudono anche la cultura”, ha detto Luca Barbareschi all'Adnkronos. Il direttore artistico poi lancia una provocazione verso i magistrati: “Ai magistrati chiedo: cosa devo fare? Chiudo l'Eliseo e aspetto sei anni la sentenza? Mando tutti a casa? Ci sono tre gradi di giudizio... Nel frattempo cosa facciamo? Qualcuno deve rispondere: mando a casa tutti oggi pomeriggio?”.

“Non ho corrotto né pagato nessuno - aggiunge Barbareschi che dà appuntamento alle 14 all'Eliseo - e tra l'altro se questo è traffico di influenze lo sto reiterando perché da due anni sto lavorando nella speranza che la politica capisca che senza una legge adatta l'Eliseo non può stare in piedi.... Se questo è traffico di influenze per favore arrestatemi”, ribadisce. “Da cinque anni, oltre a tenere in piedi un polo culturale, a fare Polanski e altro, io passo le mie giornate ad andare a fare il mendicante nei palazzi del potere, per dire: 'signori, sapete che l'Eliseo non funziona con il motu proprio? Se no avrei inventato l'unico teatro che vive senza soldi, sarei un genio, un nobel per la fisica, e anche per l'economia, due nobel in uno”, prosegue lo sfogo.

“Tra l'altro - racconta Barbareschi - ho avuto una società che ha preso 50mila euro per farmi da lobbista in Parlamento, per fare traffico di influenze, insomma, se è questo il traffico di influenze. Ma la Fiat cosa fa quando ha bisogno di una legge?”, si domanda. “Dopo di che - assicura - non c'è stata nessuna transazione in denaro con nessuno. Chi avrei corrotto? Il presidente della Repubblica, i ministri competenti?”.

“Per aver regalato alla città un teatro con 12 milioni miei ho – conclude Barbareschi – un avviso di garanzia, un rinvio a giudizio, una legge che è saltata l'anno scorso e le polemiche sui giornali... Questo è un paese finito. Bisogna solo andarsene”.

Il gup di Roma Vilma Passamonti ha fissato la prima udienza per Barbareschi, Monorchio e Tivelli per il 22 aprile 2020 davanti al giudice monocratico.

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