Roma

Influenza record, 4 milioni di malati: picco raggiunto. Febbre alta e dolori

Mai tanti contagi dal 2004-2005. Il Lazio è tra le regioni più colpite

Il 2018 è iniziato con un'influenza da record: quasi 4 milioni di malati si trovano a letto con febbre alta e dolori articolari. I medici avvisano: il picco è stato raggiunto.

 

Solo nell'ultima settimana si contano 832 mila nuovi casi di contagio da influenza stagionale. I numeri parlano chiaro, quella di quest'anno è stata da guinness dei primati, con numeri paragonabili alle stagioni 2004-2005 e 2009-2010, che però fu l'anno dell'Influenza A, la cosiddetta "influenza suina".

Al momento si sta assistendo a una lieve flessione dei malati, dato che fa ben sperare i medici. Secondo l'Istituto Superiore di Sanità il numero di contagi potrebbe calare nei prossimi giorni. Ma tutt'ora il livello di incidenza è ancora molto alto e pari a 13,73 casi per mille assistiti.

In totale sono stati 3 milioni 883mila italiani messi ko da febbre alta e dolori articolari e il Lazio risulta una delle regioni più colpite. La fascia di età maggiormente colpita é quella dei bambini al di sotto dei cinque anni in cui si osserva un'incidenza pari a circa 30,8 casi per mille assistiti e quella tra 5 e 14 anni pari a 15,9. L'incidenza nei giovani adulti è pari a 13,8 e negli anziani a 7,8 casi per mille assistiti.

Come aveva già spiegato Claudio Mastroianni, segretario SIMIT e Direttore della U.O.C. Policlinico Umberto I a inizio gennaio: “È essenziale rimanere a riposo e al caldo, bere bevande calde, usare antiinfiammatori e antipiretici. È da auspicare un uso consapevole degli antibiotici, solo nei casi di complicanze batteriche. In genere vanno evitati gli antibiotici, poiché si tratta di una forma virale che può essere curata con terapia sintomatica”.

Gli specialisti inoltre consigliano l'uso del vaccino antinfluenzale, la principale arma contro i malanni di stagione. “E ricordiamolo - conclude Mastroianni - non si tratta di una malattia banale, soprattutto quando colpisce persone a rischio, come anziani, soggetti immunodepressi, bambini e donne in gravidanza”.