Roma
Io sono l’impostore, Proto si racconta nel suo libro: “Ecco come ho barato”
Tra le vittime illustri di Alessandro Proto anche Berlusconi. La sua versione dei fatti nel libro Io sono l'impostore. Storia dell'uomo che ci ha fregati tutti
di Patrizio J. Macci
Alessandro Proto: un adorabile impostore, cialtrone, furfante, re della sòla o del pacco, contropacco e paccotto che ha fatto vittime illustri come Silvio Berlusconi.
Insomma il re delle fake news o delle notizie mai verificate da giornalisti pigri che a Roma sarebbe stato definito “Chaltron Eston”, un “principe dei Kazari” (da leggere con la doppia zeta in romanesco), a Firenze un personaggio come il Conte Mascetti: un millantatore che ha tenuto in scacco i media di mezzo mondo per anni annunciando la vendita di case da sogno e - in un delirio di onnipotenza - la scalata alla borsa con l’acquisto di pacchetti azionari del valore di decine di milioni di euro.
Da venditore di enciclopedie porta a porta a immobiliarista con un portafoglio clienti che spaziava dalle stelle di Hollywood ai fuoriclasse del calcio da un ufficio con vista sul Duomo di Milano.
Tutto falso, costruito a tavolino usando una fantasia visionaria, un computer e un telefono cellulare con una semplice e banale strategia vincente: negarsi a ogni confronto con i suoi potenziali clienti, ossia i polli da spennare.
Alessandro Proto si è preso la sua rivincita sul destino che l’ha fatto nascere in una famiglia con possibilità economiche pressoché nulle e con un’istruzione che si è fermata alla terza media, costruendosi un background blasonato (studi alla Bocconi), una sede in Svizzera e una rete di contatti virtuale che ha innescato un micidiale effetto attrazione da parte di tutti quelli che avevano capitali da investire oppure alla disperata ricerca di liquidità. Ora ha raccontato la sua versione dei fatti nel libro “Io sono l’impostore” (Saggiatore) affidando la narrazione ad Andrea Sceresini che si è preso la briga di verificare il il racconto e di spulciare le carte giudiziarie. Sì perché storie come quelle di Proto sono come un fuoco di paglia che finisce presto in cenere dopo una fiammata luminosa.
La cenere di Proto è stato il carcere dove si è ritrovato rinchiuso con una sfilza di denunce e accuse da parte dei clienti truffati. Proto ha gabbato giornalisti frettolosi di riempire la pagina ma soprattutto “poveri cristi” che speravano di avere il suo stesso successo e la sua visibilità mediatica. Le “vittime” pagavano in anticipo per essere inseriti nella sua rete di clienti inesistente. Una valanga di menzogne nelle quale è rimasta imprigionata anche la famiglia Berlusconi per una casa del fratello dell’ex Cavaliere oltre a qualche giornalista prezzolato i cui articoli di elogio sono ancora visibili sul web. Il volume non è un libro contro il giornalismo ma mostra esattamente il meccanismo deformante e pericoloso che può assumere una notizia quando non viene verificata. Proto non ha pietà, costruisce falsi comunicati stampa per le redazioni di mezzo mondo. Quando il suo castello frana e viene arrestato non accenna a placarsi, diventa un divo anche in prigione. Non appena riesce a ottenere gli arresti domiciliari torna a fare esattamente quello che faceva prima usando come ufficio la hall di un albergo nel centro di Milano dove non può permettersi neanche un aperitivo perché gli hanno sequestrato tutto. I soldi sono il suo afrodisiaco, l’unico motivo di vita.
Se “fate una botta di google”, gesto che ha significato l’inizio della fortuna (o meglio delle disgrazie) di Alessandro Proto vedrete che il sito della sua azienda è ancora in piedi. Il sospetto è che Proto sia tornato a fare esattamente quello che faceva prima: alimentare i sogni altrui. A qualsiasi costo.