Isola di rifiuti nel Tevere: scoperta discarica abusiva sull'Aniene
L'associazione ambientalista Marevivo denuncia: “Isole di rifiuti pericolose per i naviganti”
Frigoriferi, televisori, computer, bombole di gas e di ossigeno "galleggiano" nel Tevere.
Il fiume che attraversa Roma è sommerso dagli scarichi di una discarica abusiva sull'Aniene. I sogni di una spiaggia sulle sponde del fiume del sindaco Virginia Raggi naufragano sotto un mare di rifiuti.
A dare l'allarme è l'associazione ambientalista Marevivo che, tramite il Direttore Generale Carmen Di Penta, denuncia: "I fiumi ancora una volta dimostrano di essere dei nastri trasportatori. Con le ultime piogge che hanno portato ad un innalzamento del livello del Tevere, sono state avvistate diverse isole di rifiuti urbani, misti a quelli ingombranti come frigoriferi da bar, pericolosi anche per i naviganti, che si stanno arenando lungo gli argini, in particolare all’altezza del Reale Circolo Canottieri Tevere Remo".
"Isole" di rifiuti provenienti da una discarica abusiva sull'Aniente più volte denunciata alle istituzioni territoriali da importanti realtà locali, come il comitato costituto da UISP Comitato di Roma, le asd Canoa Kayak Roma ASSEX sezione Roma Rafting e “Svalicando..montagne e non solo”.
"Da Marzo, abbiamo segnalato la discarica, evidentemente illegale, sulla riva orografica destra del fiume Aniene, circa 300 mt, a valle del Ponte di Salone - racconta Gianni Russo coordinatore nazionale di UISP Acquaviva - e l’abbiamo denunciato alle autorità competenti. La discarica, tutt’ora attiva, è presumibilmente divenuta un punto nodale di una filiera illecita legata alla raccolta e dispersione di rifiuti che sta devastando il territorio tiburtino e non solo".
La discarica si trova in un luogo isolato, limitrofo all’Aniene, dove arrivavano mezzi di ogni genere per scaricare in fiume i rifiuti. L'accesso è dalla strada sterrata, lasciata aperta dal cantiere per i lavori di ampliamento dell’autostrada A24, conclusi ormai da un paio d'anni.
"Per questo Marevivo – conclude Carmen Di Penta - ha lanciato la campagna #RisparmiamoPlasticaAlMare per bloccare i rifiuti alla foce dei fiumi prima che arrivino al mare. L’80% della plastica che finisce in mare, infatti, arriva proprio dai fiumi, un disastro che dovremmo, e vorremmo, arrestare. Molti grandi fiumi sversano con tutti i loro inquinanti anche nel Mar Mediterraneo, un mare piccolo e semi-chiuso che impiega più di 80 anni solo per il ricambio delle acque superficiali e centinaia per quelle profonde. I rifiuti, con le mareggiate, dal mare arrivano poi in spiaggia e diventa dispendioso per i comuni smaltirli".
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