Roma
Italia-Kenya: siglato patto per le imprese. "Pronti a esportare il know how italiano"


di Lucia Stella Ravoni
Per l’Italia il Kenya sta diventando sempre più qualcosa di diverso dalle incontaminate spiagge della costa e dalle savane selvagge del suo interno, mete da sogno del turismo. Un movimento di imprenditori itaiani, infatti, sta avviando un programma con le Autorità locali per dare vita a nuovi orizzonti di business e cooperazione tra questi 2 paesi già notoriamente amici.
“Tra le ultime iniziative – ricorda l’ingegnere romano, Antonio Colleluori, imprenditore impegnato anche in Kenya- pochi giorni orsono a Nairobi, alla presenza delle massime rappresentanze istituzionali locali, è stato siglato un Memorandum of Understanding tra la National Construction Authority del Kenya e il Consiglio Nazionale degli Architetti italiani, l’Associazione degli Architetti Keniani e l’Associazione per il Commercio Italo-Keniana per uno scambio di know-how, competenze e partneriato tra i nostri 2 paesi. Come ha detto nel suo intervento l’architetto romano Dario Curatolo, delegato italiano alla firma, è strategico e significativo che si metta nero su bianco l’intenzione di dare più contenuti e seguito prospettico ad accordi simili”.
Non solo: le aziende italiane che si stanno affacciando in Kenya sono assai di più e diversificate dal turismo, fino a poco tempo fa nostra maggiore voce economica nell’Africa dell’Est. Rita Ricciardi, presidente dell’Associazione per il Commercio Italo-Keniana, da 15 anni sull’Equatore con una formazione internazionale di business management, rilancia: “In totale sinergia con le Autorità locali provvediamo ad assistere le aziende italiane che vogliono investire a queste latitudini. La nostra attività consiste non solo nell’agevolare la comprensione delle regole di un nuovo mercato, ma anche nel fornire una serie di servizi che vanno da quelli meramente professionali a quelli finalizzati alla creazione di opportunità di partnerships ed incontri BtoB. L’obiettivo è quello di estendere la capacità dell’imprenditore italiano oltre i confini nazionali o europei mantenendo lo stesso grado di sicurezza e fornendo la necessaria assitenza come se operassero in Italia. In altre parole, si vuole creare una porta aperta su questa parte del mondo. Il Kenya offre grandi possibilità di sviluppo e può dare molte soddisfazioni a quegli imprenditori seriamente intenzionati a valicare i nostri confini nazionali”.
Fino ad oggi per l’Italia il Kenya era perlopiù un Paese dove investire prevalentemente sulla costa delle famose località balneari di Malindi e Watamu e anche questo deve senz’altro continuare in una logica di sempre maggiore imprenditorialità e capacità. Tuttavia, l’Italia sta già avendo un ruolo con altri importanti contenuti in diverse iniziative locali:
“E’ vero – conferma Ricciardi - infatti ora operano sul territorio anche delle grandi aziende italiane nel settore delle infrastrutture e sono contemporaneamente attive diverse iniziative che vedono coinvolte, oltre all’Associazione, anche promosse delle Camere di Commercio di Milano e di Novara e di Confindustria. Attraverso queste iniziative è stato possibile attivare altre numerose missioni di aziende italiane, alcune coronate dalla chiusura di interessanti contratti. Nel corso di tali esperienze ho avuto modo di constatare il notevole apprezzamento per il prodotto e la tecnologia italiana, che risultano per rapporto qualità/prezzo competitive ed il più delle volte vincenti”.
Infine, è ancora vivo il ricordo della visita che il nostro Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha svolto a Nairobi nel luglio scorso, importante per incrementare l’amicizia tra i nostri 2 Paesi. Secondo Colleluori si dovrebbe inoltre “agevolare il ruolo strategico che qui potremmo svolgere risolvendo l’esigenza di know-how per le medie e piccole imprese locali. Mi riferisco in particolare ai nostri artigiani e professionisti che, svolgendo anche un ruolo formativo, si affermino sul territorio.
Nessuno come gli italiani ha questa capacità imprenditoriale diffusa, che crea ricchezza e basi solide per una crescita continuativa: occorre ricordare – conclude Colleluori- che lo sviluppo passa attraverso il mix competenza-risorse e quindi Italia e Kenya possono fare moltissimo insieme”.