Italia meta di medici stranieri. L'esercito che semina integrazione
Amsi: “Vogliamo costruire ponti di dialogo, non muri di chiusura, come stanno facendo alcuni Paesi europei"
Sono 65mila in Italia i medici e operatori sanitari stranieri che lavorano nelle strutture sanitarie private italiane. Un piccolo esercito che che si laurea nelle università del nostro paese, in particolare alla Sapienza di Roma e coltiva il filo dell’integrazione.
Nel corso del convegno organizzato sabato 23 giugno dall’Amsi (Associazione Medici di Origine Straniera in Italia): presso la sede dell’’Ars medica di Roma, è stato reso noto il censimento della comunità di medici e professionisti della sanità che arrivano da altri Paesi. I medici sono 18.500, gli infermieri 38.000, 3500 i farmacisti, 4000 fisioterapisti e ben 1000 psicologi.
“Negli ultimi quattro anni si registra un aumento del 20 per cento di ritorni di questi professionisti nei loro Paesi d'origine (specie Libano, Giordania, Romania, Albania, Paesi africani e sudamericani), per motivi economici o familiari”, spiega il Prof. Foad Aodi, Fondatore di Amsi ed Umem e Consigliere dell' OMCEO di Roma. “Oltre a ciò registriamo anche un aumento del 30 per cento delle richieste di professionisti della sanità italiani che chiedono di poter svolgere degli stage o di lavorare all’estero”. “I medici non conoscono frontiere - ha detto il vice presidente della Omceo di Roma e provincia, Pierluigi Bartoletti presente ai lavori del convegno a cui l’Ordine ha dato il patrocinio - e l’Amsi ne è la prova provata, il lavoro dell’associazione è prezioso per mantenere integro il percorso dell’integrazione e conferma la validità del sistema formativo italiano, uno dei migliori al mondo” .
Lo dimostrano le richieste in aumento di medici italiani e di origine straniera da parte dei Paesi europei (Inghilterra, Scozia, Belgio, Olanda), mediterranei e arabi (Arabia Saudita, Qatar, Siria, Libia, Iraq, Sudan, Somalia), insieme alle nazioni africane e sud- americane (specie Congo, Nigeria, Senegal ed Ecuador). Si registra però una diminuzione di arrivi di i studenti di Medicina, a causa del numero chiuso per l’accesso al corso di laurea.
“Ribadiamo, come proposto nel nostro progetto #BuonaSanita', cui hanno aderito centinaia di Associazioni - prosegue Foad Aodi - l' indispensabilità di una vera, innovativa legge europea sull’immigrazione, coinvolgente tutti i Paesi UE come si sta discutendo in questi giorni in Europa. Basata su un’immigrazione programmata, sul rispetto di diritti e doveri reciproci: promuovendo la cooperazione internazionale, la creazione di nuove strutture sanitarie e di nuovi servizi socio-sanitari sia ai confini UE che nei nostri Paesi d'origine. Vogliamo costruire ponti di dialogo, non muri di chiusura, come stanno facendo alcuni Paesi europei".
Al dibattito sono intervenuti anche il Preside della Facoltà di Medicina e Farmacia della "Sapienza", Carlo Della Rocca (che presto incontrerà il prof. Aodi per intensificare la collaborazione comune), il sindaco di Cerveteri e Coordinatore Nazionale del nuovo movimento politico "Italia in Comune", Alessio Pascucci, l'esponente del Comitato Centrale della FNOMCeO, Vicepresidente dell' OMCeO di Roma e Vicesegretario nazionale della FIMMG, Pierluigi Bartoletti, e il Presidente dell' ONG "Emergenza Sorrisi", Dr. Fabio Avenavoli che hanno dato la loro massima disponibilità di portare avanti le proposte dell'AMSI coinvolgenti le istituzioni e Ong che rappresentano.