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Roma
Italiani multiscreen divorati da pc, tablet, tv e cellulari. Boom social tv

di Patrizio J. Macci

Gli italiani sono diventati multiscreen. Cresce il tempo dedicato ai mezzi di informazione ma un solo monitor non appare più sufficiente a soddisfare le esigenze dei consumatori e lo sguardo, nonché l’attenzione sono costantemente contesi da pc, tablet, smartphone, tv e carta stampata.

Lo racconta l’Eurispes nel 30° Rapporto Italia fresco di stampa. Nonostante la crisi il mondo dell’informazione appare fiorente con nuove opportunità sia per gli addetti al settore che per che per gli utenti. Il 2018 sarà l’anno in cui i Social saranno sempre meno testuali e più visuali. Il tempo complessivo dedicato ai media è in aumento, l’online prosegue il suo sviluppo esponenziale, radio e tv sono sempre in “salute”.
L’analisi contenuta nel Rapporto relativa all’ecosistema mediale evidenzia due tendenze fra loro estremamente interconnesse: la sovrapposizione fra i mezzi stessi e la frammentazione dei comportamenti di fruizione degli utenti.
Nel nostro Paese la penetrazione di Internet ha raggiunto il 75% (il 90% tra i giovani, ma è connesso anche un anziano su tre). Sei persone su dieci si dichiarano costantemente esposte ad uno schermo, spesso in multiscreening. Il frazionamento dell’attenzione, modificando le modalità di fruizione, genera nuove opportunità per gli editori.

Quello a cui si sta assistendo non è un processo di “cannibalizzazione” fra la Tv generalista e quella a pagamento, bensì una situazione di complementarietà e convivenza.
La tv classica offre vantaggi importanti: raduna un’audience di massa intorno ad appuntamenti rituali come il tg della sera o le partite della nazionale; consente di sviluppare un atteggiamento condiviso sia off line, con amici e colleghi il giorno dopo, sia on line in diretta WhatsApp o Twitter. La diffusione del “non lineare” è infatti parallela a quella della social television. La piattaforma Netflix, dal canto suo, offre all’utente vantaggi complementari rispetto a quelli forniti dalla tv generalista.

Un altro dato evidenziato dal Rapporto è la crescita esponenziale del mercato della Internet Tv: è un fenomeno inarrestabile, verso il quale sono indirizzati gli interessi di tutti i grandi player dei media entertainment. Balza a gli occhi come la metà degli utenti abbonati ai servizi di Subscription Video On Demand (Netflix, Nowtv, TimVision e Infinity, Amazon Prime Video) non erano precedentemente abbonati alla Pay Tv, a dimostrazione che questi servizi stanno attirando nuovi utenti verso offerte a pagamento. Utenti mai stati interessati a pagare-per-vedere si affacciano prepotentemente sulla scena.

Il 43% dei Millennials, il 36% della Generazione X e il 27% dei Baby Boomers guarda programmi, film e serie tv su internet in streaming in modo gratuito in una settimana tipo, e le percentuali scendono rispettivamente al 21%, 14% e 10% per la fruizione degli stessi contenuti a pagamento. Mentre la Pay Tv (Sky e Mediaset) è ancora fruita in grande maggioranza attraverso la classica televisione collocata nel salotto di casa (70% degli intervistati), Netflix, Infinity, NowTv e TimVision si distribuiscono prevalentemente tra tv (45%) e Pc (29%) mentre lo streaming (Youtube, Dailymotion, Rai Play, VideoMediaset, Rivedi La7, Popcorn Time, Cineblog 01, ecc è maggiormente legato alla fruizione tramite pc (47%) e più in generale attraverso i nuovi device (74%).

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