Roma
Josè Mourinho in provincia. Il calcio... da ridere
Cala il sipario sulla stagione del Teatro de’ Servi con una commedia che ruota intorno al mondo del calcio. Dribblando tra situazioni ciniche e grottesche, “Atletico Minaccia Football Club” va dritta in rete evocando con ironia temi seri della quotidianità. Lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo di Marco Marsullo (Ed. Einaudi), andrà in scena da martedì 12 a domenica 31 maggio, grazie all’adattamento e la regia di Fabrizio Bancale, e vedrà protagonisti Stefano Sarcinelli, Gigi Savoia, affiancati da Barbara Begala e Valentina Di Leva.
«Avete presente allenatori e giocatori di Serie A, con stipendi faraonici, osannati da masse oceaniche di tifosiche manco le rock star; sempre sulle prime pagine di rotocalchi e settimanali rosa; e capaci di tenere col fiatosospeso interi Paesi per una pubalgia o un’unghia incarnita? - racconta il regista Fabrizio Bancale - ecco, dimenticatevi tutto questo! Il nostro spettacolo ruota intorno al mondo di un altro calcio, quello delle serieminori, dei gironi d’Eccellenza. Quello praticato da giocatori non professionisti che, per arrivare a fine mese, sonocostretti ad un doppio, se non triplo, lavoro; su campetti di periferia, semideserti e malandati, dove regna l’improvvisazione e il caos».
In questo contesto si muovono i protagonisti: Vanni Cascione (Stefano Sarcinelli), ormai attempato allenatore, affetto da patologica venerazione per Josè Mourinho, ma più tristemente conosciuto per i suoi ripetuti esoneri che per isuoi trionfi sportivi; e Lucio Magia (Gigi Savoia), sedicente direttore sportivo, sempre al verde e assiduofrequentatore di prostitute extracomunitarie.
A far incontrare i destini dei nostri due improvvisati eroi ci pensa l’Atletico Minaccia Football Club, la nuova squadra di calcio nata dalle ceneri dell’ex Dinamo Giugliano (sciolta per infiltrazioni camorristiche), e rilevata dall’imprenditore del mobile di truciolato, Eros Baffoni. Sì, quello dei mobili col baffo. Che poi, chiamarla squadra di calcio è già un eufemismo. L’Atletico Minaccia si presenta più come un’improvvisata e disarmante armataBrancaleone: l’attaccante è schiavo di una colite cronica e lancinante che non gli consente di giocare più didieci minuti; il mediano è un clandestino africano schierabile solo in trasferta, perché in casa è piantonato dalla polizia; un portiere cocainomane; uno stopper detto “Trauma”… e non a caso; un ex concorrente di Sarabanda, e un meccanico. Con questo materiale umano a disposizione, la promozione si presenta da subito come una chimerica speranza.Se poi si aggiungono complicazioni matrimoniali, crisi sentimentali, dissidi con figli adolescenti e addirittura le minacce della camorra, allora la sfida di Cascione e Magia si trasforma in un obiettivo a dir poco proibitivo.
Ma la prima regola del calcio secondo Cascione è: la squadra gira se gira l’allenatore. I calciatori sono solo pedine di un gioco più grande di loro. «Ed io sono Vanni Cascione, lo Special One di Torre Annunziata. Cento cento!».
Lo spettacolo ironizza sul mondo del calcio, con sguardo cinico e grottesco, per affrontare le tematiche proprie della nostra quotidianità: il lavoro precario, la difficile vita in provincia, i rapporti familiari sempre in provvisorio equilibrio, i compromessi, l’orgoglio personale. Una colorata panoramica sui vizi e le virtù dei nostri tempi, all’insegna dell’ironia e del divertimento.