Roma

L’addio a Danilo Granaroli, il sindacalista che tifava per le aziende sane

Dalla Cisl al Sul, chi era Danilo Granaroli, per gli amici “il negro”. Una vita nel sindacato romano dei trasporti

Un pezzo dello storico sindacalismo militante di Roma non c’è più. Il giorno di San Pietro e Paolo se n'è andato Danilo Granaroli, una vita nella Cisl e gli ultimi anni al Sul.

Ottantatrè anni, nato nel quartiere San Giovanni, era entrato in Atac come operaio del deposito bus Tuscolana a piazza Ragusa. Di famiglia anarchica e anticlericale era un militante socialista. Durante la sua vita ha salito via via i gradini del sindacato Cisl da iscritto della base sino a diventare segretario regionale della federazione dei Trasporti; incarico che ha mantenuto per due mandati così come per due mandati ha ricoperto la carica di consigliere di amministrazione del Cotral, la società del trasporto regionale su gomma.

Addio a Granaroli: con lui il sindacato ha cambiato volto

Granaroli ha cambiato la faccia del sindacato romano traghettandolo dalla crisi di identità dei primi anni 80 a un ruolo di assoluto protagonismo nelle scelte sociali dei primi anni 90. Voce roca, romano veracissimo e battuta al fulmicotone sempre pronta, conosceva a menadito tutti i processi industriali e sindacali delle aziende di trasporto e tutte le dinamiche dirigenziali. 

Apparentemente burbero e rude nella dialettica aveva una mente sempre lucida e pronta a cogliere tutte le evoluzioni degli scenari del settore e a trovare sempre la soluzione giusta per mantenere centrali le esigenze dei lavoratori ma senza mai “picconare” l’azienda che si trovava davanti. Mantenere le aziende integre e autorevoli secondo la “dottrina Granaroli” era un vantaggio per i lavoratori.

Addio a Granaroli: gli scontri con Tocci e Di Carlo

Granaroli ha vissuto stagioni di scontri durissimi e sempre leali con i due giganti del trasporto pubblico della giunta Rutelli, Walter Tocci e Mario di Carlo, il primo assessore alla Mobilità e il secondo alla guida dell’Atac nella stagione difficilissima del risanamento. Mario Di Carlo scoppierà poi una amicizia sincera e profonda. Fu storico il confronto del 30 ottobre del 1998 tra Danilo Granaroli, Tocci e Di Carlo, teatro dell’incontro-scontro, le officine centrali di Atac a Prenestina. Oggetto del confronto i futuri assetti di Atac ma anche dell’Acotral, allora di proprietà del comune di Roma. 

Ad accendere un vero e proprio incendio dialettico, in quel caso era stato il documento del Comune di Roma che che prefigurava un nuovo assetto delle aziende. Documento non comunicato preventivamente al sindacato. Granaroli, in quell’occasione fu fermo e caustico, portando anche Cgil e Uil sulla sua posizione: “Ci avete consegnato questo piano complesso qui, oggi dopo che per mesi ve lo abbiamo chiesto in tutte le lingue. Allora sappiate che noi vi vogliamo vedere tutti attorno ad un tavolo. Attenti però: io verrò con la valigetta 24 ore con dentro il pigiamino e il dentifricio. Io da lì nun me ne vado senza un accordo”. 

I testimoni raccontano che l’assemblea infuocata all’inizio terminò con gli applausi dei lavoratori trascinati proprio da Granaroli all’indirizzo del presidente Di Carlo che aveva annunciato che avrebbe fatto di tutto per salvare le due aziende e renderle competititve. 

Addio a Granaroli: il suo sogno era avere aziende competitive

Ecco “competetitive” perché la stagione del risanamento e del rilancio con Granaroli segreterio del sindacato era quella che avrebbe dovuto portare le aziende romane ad essere protagoniste non solo nella città ma sul mercato

Granaroli lo scriveva nel 2012 scagliandosi contro la tendenza a realizzare un’azienda unica o paventando lo stesso rischio di Alitalia. Oggi dopo la gestione pentastellata che ha portato Roma Metropolitane in liquidazione e Atac in concordato fallimentare si può dire che Danilo Granaroli ci aveva visto lungo. Ora sta a Eugenio Patanè, che ha vissuto quella stazione al fianco di Mario Di Carlo, raddrizzare la barra che sia troppo tardi e chissà che la “dottrina Granaroli” non serva a salvare di nuovo il trasporto romano. Per gli amici Granaroli era “il negro”. Scuro di carnagione e arrabbiato nero contro le cose che non andavano.

Chi vorrà salutarlo lo potrà fare dalle 11 di oggi, primo luglio, al Tempietto egizio del cimitero de il Verano.