Roma
L'antico piombo romano vale un Nobel. Arma segreta nella caccia ai neutrini
Da materiale per costruire gli acquedotti romani, a strumento per indagare la natura e le origini dell'universo. E' questo il percorso dei lingotti di piombo recuperati nelle acque della Sardegna e destinati per due terzi (circa 600 pezzi) all'archeologia e per un terzo (300 pezzi) alla scienza ultra moderna. Gli ultimi trenta reperti, recuperati alla fine degli anni Ottanta non lontano dall'isola di Mal di Ventre, davanti alle coste dell'Oristanese, sono stati consegnati, questa mattina dal museo archeologico di Cagliari all'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare che, dopo averli fusi, li utilizzera' per schermare esperimenti su neutrini e bosoni. I lingotti hanno un altissimo valore scientifico perche' totalmente privi di radioattivita' e dunque perfetti, oltre che quasi introvabili, per i test che vengono condotti nei laboratori del Gran Sasso dove si studia la materia dello spazio. Stando a quanto spiegato dagli esperti che stamane erano a Cagliari per la consegna, il piombo 210 - utilizzato per le scremature nei test scientifici - ha comunque una componete radioattiva che pero' si dimezza ogni 20 anni.
Per questo il metallo ritrovato in fondo al mare, li' dall'epoca romana, era totalmente privo di qualsiasi carica come hanno confermato tutti le successive analisi. Il recupero dei lingotti e' stato cosi' finanziato dall'istituto di fisica nucleare che, in accordo con il ministero dei Beni culturali, ha ripescato il carico affondato all'epoca della guerra tra Cesare e Pompeo. Il piombo, estratto in Spagna e diretto a Ostia, stava passando vicino alla Sardegna quando chi conduceva la grossa nave romana decise di farla affondare per evitare che il prezioso carico finisse in mano nemica. "I lingotti hanno ci hanno restituito preziose informazioni sul legame tra le famiglie dei produttori tra loro e con la casa imperiale oltre che sulle modalita' di estrazione", ha sottolineato il sovrintendente Marco Minoja. "Questa esperienza ci ha insegnato che mondi apparentemente lontani possono incontrasi e collaborare tra loro", ha invece commentato il presidente dell'Infn Fernando Ferroni oggi a Cagliari assieme a Ettore Fiorini, ideatore e realizzatore del progetto "Piombo romano".