L'Anticorruzione di Raffaele Cantone vuol fermare la Metro C - Affaritaliani.it

Roma

L'Anticorruzione di Raffaele Cantone vuol fermare la Metro C

La relazione annuale dell'Anac sulla Metro C: "Il progetto era carente alla base"

Sulla Metro C Governo, Regione Lazio e Comune di Roma sono avvisati: "Assumete decisione ponderate rispetto al proseguio dell'opera". Poche parole, quelle pronunciate dal presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone nel corso della relazione annuale sull'Anac che equivalgono ad una bocciatura della procedura utilizzata per la realizzazione dell'opera e suonano come un invito a chiudere i cantieri e bloccare la prosecuzione.
Nella relazione si legge chiaramente: "Colpisce il fatto che il progetto posto a base di gara era carente di adeguate indagini preventive per una parte molto estesa del tracciato; considerato il rilevante incremento di tempi e costi, l’Autorità ha invitato i soggetti coinvolti ad assumere ponderate decisioni circa il prosieguo dell’opera".

FOCUS SU ROMA CAPITALE. Sempre nella relazione: "La parte dedicata alle vigilanze non può che concludersi con un cenno a un progetto pilota messo in campo con riferimento a Roma Capitale, progetto che abbiamo battezzato di vigilanza integrata. Nei confronti del Comune sono stati, infatti, svolti accertamenti a 360 gradi, finalizzati a valutarne il comportamento nei tre ambiti di controllo dell’Autorità: prevenzione della corruzione, trasparenza e attività contrattuale. Su tutti e tre sono emerse, come era prevedibile, criticità sia pure di diverso spessore. L’esame del Piano sulle aree maggiormente a rischio (reclutamento del personale e contratti pubblici) non ha permesso di avere un quadro completo di come il Comune si sia concretamente rapportato al rischio di corruzione. Sono state rilevate carenze in materia di trasparenza, in relazione all’omessa pubblicazione dei dati sui processi di pianificazione, realizzazione e valutazione delle opere pubbliche nonché sui bandi di gara e sui contratti. Le verifiche sulla gestione di ben 1.850 procedure non ad evidenza pubblica, hanno mostrato numerosi e gravi profili di illegittimità: in particolare, un ricorso generalizzato a procedure sottratte al confronto concorrenziale; la carenza/omissione della verifica dei requisiti di partecipazione alle procedure negoziate degli operatori economici; un improprio ricorso all’affidamento diretto di servizi a cooperative sociali ai sensi dell’art. 5 della l. 381/1991; le carenze/omissioni nella verifica dell’esecuzione del contratto. Attesa la gravità e la complessità dei problemi, è stato avviato un positivo confronto con la struttura commissariale che ha preso il posto del consiglio comunale, con la quale abbiamo avviato un tavolo di lavoro congiunto, per individuare e adottare sin da subito possibili soluzioni; un importante lascito all’Amministrazione eletta democraticamente, subentrante al Commissario".