Roma

L'app Free Now parla romano, Javarone: “Il traffico si vince con la tecnologia

Chi è Umberto Javarone, l'informatico romano, nuovo general manager della multinazionale fondata da Daimler e Bmw

Un'adolescenza vissuta tra i computer, poi la laurea alla Lumsa, quindi il master alla UC Berkeley di San Francisco. E' un romano e si chiama Umberto Javarone il nuovo general manager Italia di Free Now, la compagnia di mobilità nata dalla joint venture tra la Daimler e BmW Group che permette con una sola app di accedere in 170 città europee a tutti i servizi di mobilità: dai taxi al bike sharing, passando per i monopattini e il car sharing.

Javarone, sposato con un medico romano, ha debuttato nell'informatica appena 16enne: era il lontano 1996 quando fondò J-Net, una sorta di help desk per i primi navigatori di internet, ai quali forniva assistenza e programmi negli orari extrascolastici. Prima di arrivare a guidare Free Now e a programmare uno sviluppo secondo la filosofia che in “informatica conta prima di tutto arrivare primi e con prodotti di altissima qualità orientata al cliente, Javarone ha costruito la sua carriera come producer e production manager free lance, per poi approdare come direttore di progetto alla Aerial Inc, società americana specializzata in riprese aeree. Solo una tappa, perché dopo poco si rimette in gioco a Cupertino alla Apple, entrando a far parte del team operativo di Maps e quindi torna in Italia, sempre alla Apple lavorando allo sviluppo della rete vendita. Prima di “atterrare” a Free Now, Umberto Javarone scopre il business della mobilità in Ubeeqo, la società di car sharing del gruppo Europcar.

Javarone, ora in Free Now: se dovesse dare un consiglio ai giovani italiani che cercano di sfondare nel digitale, cosa direbbe loro?

“Che devono studiare e tanto, che devono mettersi in gioco, rischiare, mettere in conto un'esperienza all'estero e puntare in alto”.

Perché secondo lei Free Now è la app che utilizzeremo tutti nei prossimi anni per muoverci nelle città?

“Dopo il Covid il turismo è in forte ripresa e prevediamo che nei prossimi mesi sia in aumento la domanda di mobilità per chi viaggia e chi vive nelle grandi città. Non è un caso che il Governo, attraverso il Ministero dei Trasporti sia lavorando duramente allo sviluppo di piattaforme MaaS, il sistema di mobilità che integrerà tutti i sistemi di trasporto su un'unica piattaforma. Noi quel concetto l'abbiamo già elaborato e rodato ed è il motivo per cui turisti e cittadini non dovranno più scaricare un'app per il taxi, un'app per il motorino o il car sharing, ma già trovano da noi tutti i servizi integrati, accessibili tramite un'unica App, un unico profilo utente e metodo di pagamento. Pensate a Roma: muoversi con la rete di trasporto pubblico è materia complessa, motivo per cui in tanti scelgono di costruirsi un percorso su misura con diverse tratte affidate a vettori diversi: Atac, taxi e persino monopattini. Ecco, con la nostra app si può pianificare uno spostamento prenotando ciò che serve, quando serve e senza complessità. Sin da giovane ho capito grazie anche a Steve Jobs che la tecnologia va costruita a misura di persone e non di informatici”.

La prossime tappe di Free Now?

“Siamo concentrati per ora su Milano, Roma, Torino e Napoli e durante quest'anno siamo pronti ad espanderci in tutte le città dove i nostri partner operano con i servizi di mobilità”.

Quanti dipendenti avete?

“In tutta Europa siamo circa 2 mila e in Italia abbiamo sedi a Roma e Milano”.

Ma il MaaS che stanno cercando di sviluppare le amministrazioni pubbliche non fa paura?

“Guardi la concorrenza tra pubblico e privato non esiste. Nel digitale vince sempre il migliore e poi se la Pubblica Amministrazione lancia un progetto del genere è perché vorrebbe mettere ordine per prima cosa nei sistemi del trasporto pubblico locale e nelle tariffe. E' un buon progetto che dà la spinta alle piattaforme MaaS private come la nostra a fare sempre meglio in termini di semplicità di utilizzo e flessibilità. Poi saranno cittadini e turisti a scegliere il servizio migliore. L’Italia deve smettere di pensare alle rendite di posizione e aprirsi al mercato e all'interoperabilità”.

Qual’è il vostro rapporto con la categoria dei tassisti?

“I tassisti sono per noi un partner importantissimo, le ricordo che il nostro servizio ha origine oltre 15 anni fa come piattaforma di intermediazione tra i cittadini e il servizio taxi. Siamo costantemente all’ascolto delle loro esigenze ed operiamo nel rispetto delle normative locali di tutti i mercati in cui siamo presenti. Lavoriamo sia con tassisti non associati ad alcun servizio di radio taxi o cooperativa, che con i tassisti delle cooperative che vedono in noi un partner affidabile a supporto della loro professione, consapevoli del potenziale della nostra base utenti in continua espansione, sia a livello locale che estero. Tutto questo lo facciamo con la massima trasparenza e senza intermediari tra la nostra piattaforma e i tassisti, è un rapporto di fiducia costituito negli anni estremamente diretto. Le basti pensare che ogni settimana i nostri driver center vengono visitati da centinaia di tassisti ai quali membri del nostro team italiano offrono assistenza e recepiscono i loro suggerimenti che ci aiutano a migliorare giorno per giorno. In Italia abbiamo fatto una scelta chiara, individuando il taxi come la vettura con autista per eccellenza. Vogliamo sempre più renderli assoluti protagonisti della nostra offerta di mobilità, sostenendoli nelle continue sfide e cambiamenti di un settore in evoluzione. Chi dice il contrario è mosso da interessi personali. Siamo degli alleati e la vittoria dei tassisti corrisponde alla nostra".