Roma
L'errore Capitale di Roma nella realizzazione dei cantieri per il Giubileo: ecco perché il tempi influenzano il successo
L'analisi del professor Paolo Rubini sugli effetti sociali dei cantieri urbani le cui dilazioni temporali sono un errore strategico per i turisti
Cantieri Giubileo, nella gestione dei lavori pubblici, l'elemento temporale è un fattore cruciale che influenza significativamente il successo dei progetti, sia in termini di qualità che di costo.
Per questo motivo, in tutte le Capitali dei Paesi industrializzati, la programmazione della durata dei lavori pubblici non viene mai pianificata per la data ultima di utilizzo, nel caso di lavori pubblici finalizzati, ma per quella minima tecnicamente possibile, nel rispetto della massima sicurezza dei luoghi e dei lavoratori.
Questo perché il disagio che ricade sulla collettività per tali fondamentali opere pubbliche, deve essere limitato al minor tempo possibile. Cantieri che operino 7 giorni a settimana, 24 ore al giorno, consentono di ridurre al minimo la durata della realizzazione dell’opera pubblica, a costi simili se non inferiori a quelli ordinari, considerando che i costi di noleggio delle apparecchiature e macchinari, verranno a ridursi notevolmente.
Tuttavia, in molte occasioni, la realizzazione delle opere pubbliche risente, fin dalla loro programmazione, di dilatazioni temporali ingiustificate, allungando ben oltre il limite tecnico ragionevole i tempi di completamento delle opere. Tale pratica rappresenta un errore strategico imperdonabile che, oltre a compromettere la fiducia dei cittadini verso le istituzioni, genera inefficienze economiche e logistiche che penalizzano sia l’ente appaltante sia la collettività.
Il concetto di "tempo minimo tecnicamente necessario"
Per "tempo minimo tecnicamente necessario" si intende il periodo di realizzazione di un'opera o un’infrastruttura determinato da vincoli tecnici oggettivi, ovvero le condizioni che un intervento richiede secondo i criteri ottimali di efficienza. Questo concetto si basa su analisi tecniche, programmazioni dettagliate e l’utilizzo di risorse congrue per completare il lavoro in tempi minimi ma sempre in massima sicurezza. Quando questi tempi vengono disattesi senza una giustificazione fondata su effettive difficoltà operative o condizioni eccezionali, è lecito chiedersi se il prolungamento dei tempi risponda realmente a necessità tecniche o se derivi invece da un approccio strategico errato e deficit manageriali.
Cause delle dilazioni temporali: problemi organizzativi e mancanza di monitoraggio
Diverse sono le cause che possono spiegare la tendenza a procrastinare il termine dei lavori pubblici oltre il tempo tecnicamente necessario, tra le principali:
1. Errata pianificazione iniziale: In molti casi, la pianificazione dei tempi di completamento delle opere pubbliche non è stata focalizzata sul “tempo tecnicamente necessario” e sul “minimo disagio possibile per la collettività”, con attività su 3 turni, 24 ore giornalieri, 7 giorni a settimana, ma piuttosto sulla diluizione delle attività nel tempo massimo possibile, rispetto alla scadenza determinata dell’utilità dell’opera pubblica in realizzazione.
2. Mancanza di competenze nella gestione dei progetti: La realizzazione di opere pubbliche di una certa complessità richiede competenze specifiche in project management, che spesso mancano nei soggetti coinvolti. La gestione di un progetto pubblico si traduce così in una serie di rinvii e approcci frammentari piuttosto che in un lavoro progressivo ed efficiente.
3. Scarsa vigilanza e assenza di penalizzazioni effettive: L’assenza di un sistema rigoroso di controllo e la mancanza di penalità realmente dissuasive nei confronti degli appaltatori che non rispettano le scadenze portano spesso ad abusi di dilazione. In molti casi, i contratti non prevedono penali sufficientemente severe, e i soggetti inadempienti non subiscono conseguenze rilevanti.
Impatto socio-economico delle dilazioni temporali
Il prolungamento dei tempi di realizzazione dei lavori pubblici oltre il tempo minimo tecnicamente necessario ha conseguenze economiche e sociali significative:
- Aumento dei costi: I ritardi possono comportare una lievitazione dei costi diretti rispetto al preventivo iniziale, aggravando il carico finanziario a carico delle istituzioni e, indirettamente, dei contribuenti. Se questa è solo una possibilità, concreta o meno in base al contratto di appalto sottoscritto, la lievitazione dei costi indiretti e del disagio per la collettività, è invece una certezza.
- Riduzione della competitività territoriale: Un'infrastruttura non completata o funzionale a metà compromette la competitività di un’area, incidendo negativamente sulla capacità attrattiva di investimenti e riducendo la qualità della vita dei residenti ed anche dei turisti, perché accoglierli in una città caotica, certamente non lascerà una ottimale esperienza di viaggio.
- Danno all’affidabilità istituzionale: La mancata consegna nei tempi tecnici minimi possibili erode la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, dando vita a un clima di insoddisfazione e di percezione di inefficienza pubblica certamente non qualunquistica ma concretamente giustificato.
Possibili soluzioni per migliorare la gestione temporale dei lavori pubblici
Un approccio rigoroso e metodico, incentrato su un’attenta analisi preventiva non solo delle attività tecniche ma anche del contesto socio-economico in cui queste dovranno essere realizzate, e quindi stabilire la durata delle attività sul tempo tecnico minimo possibile e non sulla data ultima di consegna dell’opera pubblica, è l’unico strumento in grado di prevenire dilazioni ingiustificate nei lavori pubblici e l’esplosione dei costi socio-economici indiretti. Come sempre, serve competenza strategica e manageriale. Le attività necessarie sarebbero dovute essere:
1. Implementazione di modelli di project management strutturato: La formazione e l’applicazione di modelli di gestione del progetto orientati alla tempistica e all’efficienza, come il metodo del percorso critico (Critical Path Method), permetterebbero di ottimizzare i processi di esecuzione.
2. Miglioramento dei sistemi di controllo e sanzionamento: È fondamentale prevedere strumenti di controllo periodici e rigorosi, nonché sistemi di sanzione realmente deterrenti per i ritardi non giustificati.
3. Pianificazione accurata delle risorse e dei tempi: L’impiego di strumenti di simulazione e l’uso di analisi previsionali precise avrebbero aiutato ad identificare le reali necessità tecniche di un’opera, evitando il trascinamento delle attività.
Conclusioni
L’estensione dei tempi di realizzazione oltre il minimo tecnicamente necessario nei lavori pubblici rappresenta non solo un problema tecnico ma anche un grave deficit di governance. Intervenire in modo preventivo e risolutivo con metodologie di gestione efficaci, un controllo serrato e un coordinamento burocratico adeguato non è solo auspicabile ma imprescindibile per un uso corretto delle risorse pubbliche e per ristabilire una fiducia collettiva nelle istituzioni. Solo così sarà possibile garantire che i lavori pubblici si traducano in benefici tangibili per la collettività, realizzati in tempi certi e con il massimo grado di efficienza.
Per quanto riguarda le opere del Giubileo a Roma, credo che tutti potremmo concordare che l’approccio seguito è stato ben diverso da quello descritto e che per questo possiamo tranquillamente parlare di “Errore Capitale” a danno della collettività e dei cittadini temporanei, cioè i turisti.
Paolo Rubini, docente di Economia del Turismo a La Sapienza