Roma
L'ira di Marino: "Vergognosi gli esposti per scontrini"
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"Non ho mai utilizzato denaro pubblico per scopo privato, al massimo il contrario". E' rabbiosa la risposta del sindaco dimissionario di Roma Ignazio Marino che ha convocato i giornalisti all'indomani delle sue deposizioni spontane al magistrato della Procura di Roma che sta indagando sul caso delle note spese messe in dubbio dagli esposti del Movimento 5 stelle e Fratelli d'Italia, esposti che il sindaco dimissionario non ha esistato a definire"vergognosi scritti da persone o in malafede o ignoranti".
"Abbiamo deciso di tenere questa conferenza perchè volevo parlare ai romani spiegando che il 12 di questo mese ho firmato la lettera di dimissioni in seguito a esposti presentati da alcune forze politiche come M5S e FdI in relazione a vicende che mi riguardano. Ho estremo rispetto dell'autorità giudiziaria è ho deciso di presentarmi davanti all'autorità giudiziaria da dimissionario". Cosi' il sindaco dimissionario, Ignazio Marino, in conferenza stampa in Campidoglio.
"Ho deciso di dimettermi dopo gli esposti di M5S e Fdi perché ho estremo rispetto dell'autorità giudiziaria e auspicavo di presentarmi di fronte all'autorità giudiziaria da dimissionario - ha spiegato Marino - Ringrazio davvero l'autorità giudiziaria per avermi voluto ascoltare, da persona informata sui fatti. Non sono iscritto nel registro degli indagati".
"La vicenda degli scontrini è stata iscritta dai magistrati con il modello 45, ossia notizie non costituenti reato". Ha chiarito Enzo Musco, consulente legale del sindaco Ignazio Marino. "Coloro i quali registravano gli scontrini non commettevano nessun tipo di falsità, perché non facevano altro che seguire una prassi che il Comune di Roma segue da tanto tempo, convalidata anche dal regolamento Anci, in merito alla restituzione dei rimborsi per l'attività svolta”.
"Le spiegazioni date dal sindaco sono più che sufficienti e riabilitano la figura dopo che nei giorni scorsi era stato indicato come un 'peculatore' " ha dichiarato il consulente legale del sindaco dimissionario, un primo cittadino che, nel computo dei 20 giorni di tempo che gli riserva la legge tenta il colpo di teatro: "Verificherò la mia maggioranza".