Roma

L'ira di Raggi sui nasoni: “L’acqua resta gratis, i media sono avvelenati”

Il sindaco attacca i giornalisti che hanno diffuso notizie false

Il sindaco Virginia Raggi attacca i giornalisti avvelenati sulla gestione dell'acqua pubblica a Roma e smentisce: “I nasoni non saranno mai a pagamento”.

 


È guerra tra la giunta pentastellata e la giornalista Elena Polidori che ha pubblicato su diverse testate nazionali la notizia falsa delle fontanelle a pagamento nella Capitale. Con un post su Facebook il sindaco attacca le voci infondate e chiarisce le azioni intraprese da Comune di Roma e Acea per sanare il problema della mancanza di acqua nella Città Eterna: “Basta bufale! I nasoni di Roma non sono e non saranno mai a pagamento! La campagna diffamatoria contro la Giunta Raggi e il MoVimento 5 Stelle, oggi raggiunge un nuovo apice con la bufala diffusa su QN-Carlino-Nazione-Giorno da Elena Polidori (già segnalata all’ordine dei giornalisti per altri articoli contenenti falsità contro esponenti del Movimento 5 Stelle e la Giunta Raggi).”
In un articolo su Quotidiano.net del 9 luglio, Polidori scrive: “Una cosa del genere, a Roma, non era mai stata pensata, figurarsi ‘vista’. Virginia Raggi, sindaca di Roma, invece, è riuscita nel ‘miracolo’ di rendere la Capitale teatro anche di una inattesa guerra dell’acqua”.
Se da un lato le problematiche idriche sono lontane dall'essere state totalmente risolte, la giunta sta collaborando con Acea per limitare la siccità e riparare le falle esistenti nella rete idrica: “A maggio il gestore ha svolto una ricerca sulle reti (indagine che non veniva effettuata da anni) facendo risparmiare in poche settimane già 500 litri di perdite al secondo”, chiarisce Raggi sempre su Facebook.
Mai si è parlato della messa a pagamento dell'acqua dei nasoni, però. Smetteranno, invece, di essere gratuite le case dell'acqua che fino ad ora hanno erogato senza costi per il beneficiario ultimo acqua naturale e gassata. Raggi, come ha già fatto in passato, ci tiene comunque a precisare che i costi delle case dell'acqua non erano pari a zero, ma al posto che gravare su chi materialmente riempiva le bottigliette, pesavano sulla bolletta dei cittadini romani. Motivo per cui la giunta ha deciso di far pagare 5 centesimi al litro a chiunque voglia usufruire ancora di quel tipo di servizio.
“Né l’amministrazione comunale di Roma Capitale, né i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle di Roma hanno mai proposto di mettere a pagamento i 2.500 ‘nasoni’ (fontanelle), di Roma che hanno una funzione sociale che va preservata. Tra l’altro la decisione di chiudere temporaneamente i ‘nasoni’, è stata avviata su iniziativa dell’azienda gestore del Servizio Idrico integrato dell’Ato2, Acea Ato2”, specifica il post di accuse contro i giornalisti “imprecisi”.
Intanto il Comune, oltre a rispondere agli attacchi, ha deciso di finalizzare quanto ancora disponibile dei 3 milioni di euro destinati alle casette dell'acqua per la manutenzione delle reti idriche romane. Il 40% dell'acqua trasportata dalle tubature, infatti, viene al momento riversata nel terreno, causando una perdita di quasi la metà delle risorse disponibili. Un colabrodo che la giunta chiede venga riparato da Acea: al gestore è stato infatti domandato di destinare una quota degli utili alla manutenzione dell'infrastruttura.