Roma

L'Istituto per sordi a rischio chiusura. “Dateci i fondi previsti dal 1997”

Dal 2007 l'Istituto statale per sordi è commissariato. L'allarme delle associazioni e il Ministero tace

Rischia di chiudere i battenti lo storico Istituto statale per sordi (Issr) di Roma, da due secoli il più importante centro di riferimento pubblico per la comunità sorda. A lanciare l'allarme-appello sono le associazioni e la comunità sorda che chiedono per l’Issr, finanziamenti adeguati e la riforma che la legge Bassanini aveva previsto dal 1997.

L'Istituto - l’unico ente pubblico in Italia a occuparsi di sordità e indispensabile punto di riferimento per le persone sorde, le loro famiglie, per enti, università, associazioni e figure professionali che operano nell’ambito della sordità - è infatti dal 1997 ancora in attesa della riforma come ente nazionale di supporto all’integrazione scolastica.

Il coordinamento delle associazioni: Commissariamento inutile

Dal 2007 l’Issr è sotto commissariamento straordinario, "che si è rivelato fumo negli occhi - riferisce il Coordinamento di diverse associazioni - protraendosi sine die senza aver mai avviato la riforma dell’Istituto e nominato il Consiglio di amministrazione, come era previsto. Nel corso di questi due decenni la situazione economica dell'Istituto, in passato florida, è andata fortemente peggiorando e oggi il disavanzo è di 2 milioni di euro. Una gestione commissariale dispersiva, il progressivo venir meno dei finanziamenti statali, la mancanza di progettualità sul futuro dell’Istituto - denunciano le associazioni - ne stanno minando la sopravvivenza. Precarietà lavorativa, incertezza giuridica, mancanza di risorse sono l’inaccettabile frutto della noncuranza delle istituzioni".

"A fronte di ciò - spiegano - l’unica miope e irrisolutiva strategia perseguita dal Commissario straordinario sembra essere quella di chiedere un canone di locazione alle associazioni che, grazie ai contributi degli associati, operano all’interno dell’Istituto da decenni e ne costituiscono il fulcro operativo e vitale. Un aut aut improvviso e perentorio, che non dà spazio ad alcun confronto e ragionamento sul futuro dell’Istituto, che disconosce la necessità del suo riordino e la responsabilità del Governo di finanziarlo in modo organico e stabile".

Associazioni chiedono tavolo di consultazione con istituzioni

Le associazioni chiedono dunque "qual è la volontà politica sul futuro dell’Istituto? Qual è l’attenzione che questo Paese dedica alla sordità? Qual è il senso delle recenti dichiarazioni del Governo sullo stanziamento nel Pnrr di 6 miliardi per il sostegno alle persone con disabilità quando si lascia decadere l’unico centro di riferimento pubblico per la comunità sorda? È chiaro infatti che senza la previsione di finanziamenti strutturali e l’avvio della riforma, l’Istituto dei sordi è condannato alla chiusura. A questo inesorabile declino cui è abbandonato lo storico Istituto le associazioni e la comunità sorda "dicono no e invocano la giusta attenzione delle istituzioni verso i bisogni della comunità sorda".

Le associazioni - Anios (Associazione interpreti di lingua dei segni italiana), Cabss (Centro assistenza per bambini sordi e sordociechi onlus), Gruppo Silis onlus, Il Treno Soc. Coop. Sociale onlus e Compagnia teatrale Laboratorio Zero - chiedono quindi "un vero confronto e l’avvio di un tavolo di consultazione con i ministeri competenti, i rappresentanti della Conferenza Stato-Regioni, le organizzazioni sindacali e la Commissaria straordinaria per individuare fondi e forme di finanziamento dell’Istituto nel breve periodo, in attesa che con